Ritorno nel Paese delle Meraviglie

Shounen-ai/Crossover: Kanda/Allen & Tyki/Lavi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. XShade-Shinra
     
    .

    User deleted


    No, Endless, Art diceva OC "Other Character" ^^
     
    Top
    .
  2. Endless.
     
    .

    User deleted


    Aaaah! XD Ah si scusa Shade X3
    No, non fa niente lo stesso! xD Tranquilla <3
     
    Top
    .
  3. artemis89
     
    .

    User deleted


    CI SONO RIUSCITA!!! finalmente ho finito il quinto capitolo!! :81.gif:

    credevo seriamente di non farcela stavolta :28.gif: ma in qualche modo, ce l'ho fatta! però non aspettatevi chissa cosa, eh?

    enjoy!!^^

    -------------------------------



    Capitolo 5




    Seguendo l’esempio di Kanda, anche gli altri si alzarono in piedi parecchio agitati.

    “Ehi, non facciamo scherzi!” disse Lavi.

    “E chi è che scherza?” replicò Artemis, prima di aprire il libro e cominciare a leggerne alcune parti.

    D’un tratto le passò accanto di corsa un coniglio bianco dagli occhi rosa. In questo non c’era niente di tanto notevole; né ad Alice parve dopotutto così straordinario sentire il Coniglio dire fra sé: “Povero me! Povero me! Sto facendo tardi!”; ma quando il Coniglio estrasse veramente un orologio dal taschino del panciotto, lo guardò e affrettò il passo, Alice saltò in piedi, perché le balenò alla mente di non aver mai visto prima di allora un coniglio fornito di panciotto e taschino, per non parlare di orologi.

    Lo stesso cerchio luminoso che era comparso ai piedi di Artemis quando li aveva trasportati fino al Paese delle Meraviglie apparve ora sotto i piedi dei quattro giovani, uno per ognuno, di colori differenti. Cercarono di allontanarsi e di evitarli, ma i loro piedi si rifiutarono di muoversi.

    Alla vista di Alice il Gatto fece il suo sorriso. Aveva un’aria affabile, pensò lei: tuttavia aveva anche artigli molto lunghi e una gran quantità di denti, ragion per cui Alice pensò che era il caso di trattarlo con rispetto.
    “Micetto del Cheshire” cominciò un po’ timidamente, perché non aveva la minima idea se l’altro avrebbe gradito quell’appellativo: ma il Gatto si limitò ad allargare il sorriso ancora di più.

    Dai cerchi ai loro piedi le parole si alzarono in lunghe file, come note musicali su un pentagramma, cominciando ad circondarli.

    “Oh no, di nuovo!” gridò Allen.

    C’era un tavolo apparecchiato sotto un albero davanti alla casa e la Lepre Marzolina e il Cappellaio vi prendevano il tè: fra di loro c’era un Ghiro profondamente addormentato, e se ne servivano come cuscino, appoggiandoci i gomiti e parlando sopra il suo capo. Il tavolo era grande, ma i tre se ne stavano pigiati in un angolo. “Non c’è posto! Non c’è posto!” si misero a gridare videro Alice farsi avanti.

    I quattro ragazzi ormai erano completamente nascosti dalle parole.

    “Maledizione!!” gridarono all’unisono.

    Ci fu un improvviso aumento della luce emanata dai cerchi, come un flash. Dopodichè essa cominciò ad affievolirsi fino a sparire del tutto.

    Artemis e il Bruco poterono vedere i quattro giovani i piedi al centro della stanza, le braccia davanti al viso per ripararli dalla luce intensa. Proprio in quel momento aprirono gli occhi.

    “Allora, Maestro, cosa ne pensa?”

    Si guardarono l’un l’altro. Quando videro ciò che era successo i loro occhi si spalancarono a dismisura, le mani presero a tremare e quasi caddero a terra per lo spavento.

    “AAHHHH!! COSA DIAVOLO E’ QUESTA ROBA?!?!?!”

    Il Bruco fece un altro sorrisetto.

    “Perfetto, ragazza mia. Perfetto.”

    ********************



    Artemis era nascosta dietro alla schiena del suo maestro. Era lì da almeno dieci minuti.

    Perché?

    Perché al momento per lei, quello era l’unico posto sicuro. C’erano infatti quattro baldi giovanotti, in quell’istante seduti al centro della stanza, che emanavano tutti e quattro un’aura omicida rivolta verso un unico obiettivo: Artemis!

    “Suvvia ragazzi non fate così. Non dovete prendervela così a male per un piccolo cambio d’abiti.”

    Un ringhio basso proveniente da Kanda rispose alla sua affermazione.

    Il giapponese era seduto a gambe incrociate sul suo cuscino e sembrava che da un momento all’altro la sua testa dovessero iniziare a fumare, tanto era arrabbiato. Ai piedi calzava degli stivaletti alti fino al ginocchio di colore nero; indossava dei pantaloni lunghi e aderenti, sempre neri, con molte fibbie ed in vita una grossa cintura viola, lasciata piuttosto larga; aveva poi una maglia priva di maniche e dal collo alto, a righe nere e viola. Per finire dei guanti neri senza dita, un nastro rosso al collo e uno a legargli i capelli.

    “Il problema non sono i vestiti, dannata ragazzina!!!” sbraitò.

    Già il problema non era quello. Il problema erano quelle due morbide orecchie da gatto che gli spuntavano sulla testa e quella lunga coda che si muoveva nervosamente dietro la sua schiena, entrambe di colore nero.

    Gli altri tre non erano messi meglio di lui.

    Di fianco a Kanda era seduto Allen, la faccia rossa per l’imbarazzo. Indossava una camicia bianca molto simile a quella che portava normalmente, chiusa intorno al collo con un nastro azzurro, con sopra un piccolo gilet di colore blu cielo. Ancora sopra una giacca molto elegante, chiusa con bottoni dorati, anch’essa bianca, che gli arrivava circa a metà coscia. Aveva pantaloni grigio scuro e stivaletti bassi alla caviglia. Sulle mani portava ancora i suoi guanti bianchi. Al contrario di Kanda però, lui aveva due bianche orecchie da coniglio e una coda corta e morbida, per fortuna coperta dalla giacca.

    Proseguendo si trovava Lavi, in ginocchio, l’immagine stessa della depressione. Indossava una camicia bianca con le maniche slacciate e sopra di essa un gilet verde piuttosto corto, con un disegno scozzese e dei ricami in oro. Al collo un grosso nastro verde scuro legato a formare un fiocco. Portava dei pantaloni neri la cui lunghezza superava di poco il ginocchio, chiusi da una cintura con alcune catenelle attaccate, e ai piedi degli stivaletti corti, simili a quelli di Allen. E come Allen aveva orecchie e coda da coniglio, ma esse erano della stessa tonalità dei suoi capelli rossi.

    Infine, seduto con la schiena appoggiata alla parete della stanza, si trovava Tyki con un espressione rassegnata sul volto. Indossava pantaloni neri, simili a quelli che portava di solito, e scarpe del medesimo colore. In vita aveva due cinture incrociate. Poi aveva una stranissima giacca: le maniche erano come quelle di una camicia, bianche e con i polsini molto decorati; il torso invece sembrava più quello di un gilet, rosso acceso e dei ricami dorati. Era allacciata solo per un paio di bottoni in basso e lasciava quindi scoperto parte del petto. Inoltre indossava una lunga cravatta, anch’essa rossa, dei guanti bianchi e un enorme cappello a cilindro, su cui era legata una fascia colorata con delle carte da gioco infilate dentro. Ma non si poteva lamentare troppo, a lui era andata quasi bene. Infatti non aveva nessun tipo di tratto animale, come succedeva invece per gli altri ragazzi.(1)

    Allen alzò il viso verso Artemis, le guancie ancora tinte di rosso. “Per favore, potresti farci tornare come prima? Mi vergogno un sacco vestito così!”

    “Ma dai!” rispose Artemis con un sorrisetto nervoso. “Guarda che sei davvero carino!”

    “Non è questo il punto…” mormorò Allen in risposta.

    Kanda lanciò un’occhiata veloce al ragazzo dai capelli bianchi che aveva appena parlato. In effetti non poteva non essere d’accordo con Artemis: i vestiti si adattavano perfettamente alla sua figura snella, le orecchie da coniglio si muovevano leggermente quando il ragazzo parlava e lo rendevano così… ‘carino’, Kanda non riusciva a trovare un’altra definizione.

    Ma improvvisamente si diede uno schiaffo mentale. Carino?! Come aveva potuto pensare che il Moyashi fosse ‘carino?! Dannazione!! Quel mondo assurdo aveva effetti deleteri sulla sua salute mentale. Doveva andarsene e anche alla svelta!

    “Oi stupida ragazzina! Non me ne frega niente di quello che pensi tu. Facci tornare subito normali e riportaci nel nostro Mondo! Sono stufo di rimanere qui!!” disse con voce seccata.

    Anche gli altri tre malcapitati alzarono lo sguardo verso la ragazza, con aria supplichevole.

    Artemis non rispose, si limitò a distogliere lo sguardo. Un gesto nervoso, che insospettì parecchio i quattro giovani.

    “Ce qualcosa che non ci avete ancora detto per caso?” chiese Tyki a voce bassa, sperando con tutto il cuore che i suoi sospetti fossero infondati.

    Artemis lanciò un’occhiata al suo maestro. “Bé ecco…”

    Il Bruco lasciò uscire un filo di fumo dalle labbra. Era l’unico che non si era minimamente scomposto per quello che stava succedendo, anzi era rimasto seduto al suo posto a fumare, un’espressione di assoluta calma sul volto.

    “Semplicemente,” disse rivolto ai ragazzi. “Non potete tornare nel vostro Mondo. Non ora perlomeno.”

    “Cosa?! E perché?”

    Il Bruco li guardò con uno sguardo del tipo ‘-ma mi sembra ovvio-’. “Perché non abbiamo la minima idea di come fare a riportarvi dall’altra parte.”

    I quattro giovani guardarono il vecchio con uno sguardo di puro orrore.

    “Non dire sciocchezze!! È stata quella ragazzina a portarci qui, quindi adesso ci riporterà anche indietro!” sbraitò Kanda.

    Artemis alzò le mani, balbettando. “M-ma io vi ho po-portato qui perché nel libro c’è scritto co-come fare! Non ho nessuna idea di come si faccia ad uscirne però!!”

    “In che senso ‘nel libro c’è scritto come fare’? Di che libro stai parlando?” chiese Lavi, tentando di capirci qualcosa.

    “Del libro che ha scritto Alice, quello che parla del nostro Mondo.” Lo sguardo di Artemis si corrucciò, come se stesse pensando ad un modo per spiegargli la faccenda. “All’inizio del libro c’è scritto come fa Alice ad arrivare qui, ma non c’è assolutamente scritto come fa ad uscirne!! Alla fine lei si limita a risvegliarsi in giardino e a pensare che sia tutto un sogno. Ve lo siete già scordato?”

    Lavi annuì leggermente. “Cavoli, è vero…”

    Allen fu preso dal panico. “Allora non potremo più andarcene?! Rimarremo bloccati in questo Mondo?!” disse con voce stridula.

    “Temo proprio di sì.” rispose il Bruco, scuotendo la testa. “A meno che…” aggiunse poco dopo, lasciando volutamente la frase in sospeso.

    “A meno che cosa?” chiese Kanda con sospetto.

    “A meno che, ovviamente, non ci date una mano a ritrovare Alice. Lei è l’unica che sa come andarsene da qui.”

    I quatto giovani si guardarono l’un l’altro per un lungo momento.

    “Abbiamo altra scelta?”

    Il Bruco sembrò pensarci su per un breve istante. “No, credo proprio di no.”


    ********************



    “Allora avete finito di prepararvi?” chiese Kanda per l’ennesima volta.

    I quattro ragazzi erano in piedi poco fuori dalla porta dell’abitazione, pronti a partire.

    “Guarda che veramente noi siamo pronti da un pezzo, è Artemis che la tira per le lunghe.” gli rispose Lavi, mani dietro al testa e faccia annoiata.

    “Arrivo, arrivo!” grido la ragazza dall’interno della casa. “Datemi il tempo di prendere le ultime cose.”

    Uscì dalla porta sbuffando, con una borsa a tracolla appoggiata ad una spalla e un pacco lungo e sottile sotto il braccio, avvolto in un panno marrone e una scatola di legno tra le mani.

    “Dì un po’, ma hai intenzione di portarti dietro tutta quella roba lì?” le chiese Tyki, mentre afferrava la borsa che le stava per cadere.

    “Ah grazie Tyki!” disse con un sorriso. “Comunque no, prendo solo la borsa. Questa roba è per voi.”

    Appoggiò a terra tutto quanto. Poi prese la scatola e la aprì: all’interno si trovavano alcuni sacchetti di colore celeste e alcuni di colore viola, chiusi con una cordicella.

    Artemis alzò lo sguardo. “Kanda mi allungheresti la tua spada?” gli disse indicando la katana che il ragazzo aveva in mano.

    Il giapponese le lanciò un’occhiataccia. “Scordatelo! Figurati se la do in mano ad una come te! Cosa ci vorresti fare con Mugen?!”

    “Mugen? È il nome della spada? Che carino!” disse Artemis sorridendo, poi sospirò. “Kanda voglio solo mettere a posto la spada in modo che tu la possa usare.”

    “Come faccio a sapere che mi posso fidare?”

    “Ma certo che ti puoi fidare! Quando mai ti ho dato motivo di dubitare di me?”

    “Praticamente in ogni momento da quando ti ho incontrata.”

    “Oh, insomma! Me la vuoi dare o no?”

    Kanda la osservò attentamente per qualche istante, ma non vedendo traccia di malizia negli occhi della ragazza le porse la sua spada, un po’ riluttante. Però rimase in piedi di fianco a lei, pronto ad intervenire.

    Artemis prese la katana e la depose davanti a sé. Poi prese uno dei due sacchetti dentro alla scatola, lo aprì e verso il contenuto, che si rivelò essere una polvere finissima di colore bianco, direttamente sulla spada.

    La polvere sembrò brillare di una tenue luce per un leggero istante, poi venne come assorbita dalla spada stessa. Sul fodero della katana comparvero delle sottili linee bianche, come dei ricami, che si intrecciarono a formare un complicato disegno.

    Gli occhi di Kanda si spalancarono. “Cosa diavolo hai combinato ragazzina?!”

    Artemis alzò gli occhi un po’ seccata. “Uffa, ma devi proprio brontolare per ogni cosa? Tieni, prova e dimmi come va.” gli disse porgendogli l’arma.

    Il ragazzo la prese in mano, senza notare alcuna differenza di peso e di consistenza. L’unica cosa diversa erano quei disegni sul fodero. Quando afferrò l’elsa e provò ad estrarre la spada, Mugen uscì dal suo fodero con la suo solita naturalezza. Impugnandola saldamente, Kanda provò qualche fendente, trovandola perfettamente bilanciata e manovrabile. Ma quando provò ad attivare l’Innocence, la spada rimase totalmente inattiva.

    “Wow, Yu-chan. ci sei riuscito. Vuol dire che adesso funziona?” gli chiese Lavi.

    “Che, no! Mugen rifiuta di attivarsi! Si può sapere cosa gli hai fatto?”

    Artemis alzò le spalle. “Mi sono limitata a renderla una comune spada di questo Mondo. Visto che tanto non c’era modo di utilizzare la magia presente al suo interno, almeno in questo modo potrai utilizzarla come arma, no?”

    “Spero per te che saprai anche farla ritornare come prima quando questa storia sarà finita…”

    Artemis sorrise. “Ovviamente.”

    “Allora in questo caso mi tratterò dall’affettarti, per adesso. Ma la prossima volta avvertimi prima di farmi uno scherzo del genere.”

    La ragazzo lo guardò con sguardo corrucciato, leggermente offesa.

    Lavi le mise una mano sulla spalla. “Non prendertela, questo è il suo modo di dirti grazie.”

    Artemis borbottò un ‘Che antipatico’ a mezza voce, poi rivolse la sua attenzione su Lavi. “Se ben ricordo anche tu avevi un arma in mano quando vi ho visti la prima volta…un grosso martello, mi sembra.”

    Lavi afferro la sua Innocence e la porse alla ragazza. “Esatto, però come vedi adesso è tornato alle sue dimensioni normali. Non credo mi possa essere molto utile ridotto così.”

    Lei lo prese in mano e lo osservò attentamente. “Vedrò cosa posso fare.”

    Ripeté lo stesso procedimento usato per Mugen, versando la polvere sul piccolo martello: questa si illuminò debolmente, poi il bastone e la croce al di sopra del martello si colorarono di bianco.

    A questo punto la ragazza prese uno dei sacchettini viola, si versò una manciata di polvere sul palmo della mano: questa era di colore rosso. “Prendilo in mano afferrandolo per l’impugnatura.” disse a Lavi, che era in piedi dietro di lei intento ad osservarla. Lui fece quello che gli era stato detto. A questo punto Artemis strofinò la polvere che aveva in mano sul martello, poi disse: “Adesso prova ad invocarlo come fai normalmente.”

    Il rosso si concentrò sulla sua Innocence, chiedendo al martello di crescere. Questi prese a crescere sempre di più, per poi interrompersi improvvisamente dopo aver raggiunto circa le dimensioni di una mazza da cricket, solo con la testa più grossa.

    “Basta, non posso fare di più. Temo che sia la grandezza massima.” disse Artemis con disappunto.

    Lavi prese in mano il martello e provò a farlo volteggiare, per poi schiantarlo a terra con forza. “Non preoccuparti, direi che come grandezza è perfetta. Anche perché se adesso non ha più i poteri dell’Innocence, il peso aumenta con le dimensioni. Se diventasse troppo grande non riuscirei neanche a sollevarlo!” disse ridacchiando leggermente.

    Allen si avvicinò lentamente ai due. “Puoi fare qualcosa anche per il mio braccio?” chiese rivolto alla ragazza.

    Lei lo guardò con aria di scusa. “Mi dispiace, ma purtroppo posso intervenire solo sugli oggetti. Il tuo braccio fa parte di te, non posso fare niente per modificarlo.”

    “Pazienza.” mormorò Allen. “L’ho sempre detto io che sarebbe stata meglio un’Innocence di tipo Equipaggiamento…”

    Si voltò sospirando, andando a sbattere contro Tyki che si trovava dietro di lui.

    “Oh scusa!” disse alzando lo sguardo verso l’uomo.

    “Non importa.” rispose quello con un cenno del capo.

    “Ah, Tyki. Ho qualcosa da darti.” intervenne Artemis all’improvviso, richiamando l’attenzione del moro.

    Cominciò a srotolare l’involucro marrone che aveva posato di fianco a sé. Da esso estrasse un bellissimo bastone da passeggio, di colore nero lucido e con l’impugnatura lavorata a rappresentare la testa di un drago. Lo tese al Tyki.

    “Un bastone da passeggio?” chiese Lavi osservandolo. “In effetti ti ci vedo andare in giro con un coso del genere.”

    “Ah, ma questo bastone è particolare!” disse Artemis sorridendo. “Prova a staccare l’impugnatura dal bastone.”

    Quando Tyki fece come gli era stato detto, l’impugnatura si separò dal bastone, mostrando la lama di una spada sottile nascosta all’interno di esso.

    “Wow, niente male.” si complimentò Tyki estraendola del tutto. “Molto elegante devo dire.”

    “Questo bastone apparteneva al tuo, come posso dire, predecessore. Lo ha lasciato qui quando se ne è andato. Ho pensato che potesse piacerti, e poi avere un’arma con sé non fa mai male di questi tempi.”

    “Ottima idea. Grazie!”

    “Hai qualcosa da dare anche a me?” chiese Allen. “Mi sento un po’ indifeso senza la mia Innocence.”

    “Purtroppo non ho niente da poterti dare, Allen.” rispose la ragazza. “Il tuo predecessore non portava mai alcun tipo di arma con sé. L’unica cosa che aveva sempre dietro era il suo orologio da taschino.” E detto questo tirò nuovamente fuori l’orologio da taschino che i ragazzi avevano già visto in precedenza.

    Artemis lo lanciò ad Allen. Questi lo prese al volo: era un bell’orologio di colore dorato. Il quadrante era bianco, con le ore indicate in numero romano e un fiore disegnato al centro. Sul retro dell’orologio era inciso lo stesso fiore, un giacinto.

    “È molto bello.” disse Allen ammirandolo. “Però a quanto pare io sono l’unico senza un’arma…” sospirò, con le orecchie che si abbassavano.

    “Su, su Moyashi-chan, non prendertela. Se ti troverai in pericolo, vedrai che Yuu-chan verrà a salvarti!” disse Lavi allegramente, dandogli delle leggere pacche sulla spalla.

    “E perché diavolo dovrei salvare un Moyashi come lui?” sbottò Kanda.

    “Oh, andiamo Yuu-chan! Lo hai fatto anche prima, quindi smettila di fingere e ammettilo che vuoi bene al nostro Allen-chan!” replicò il rosso con un largo sorriso.

    “Col cavolo!! Quella è stata solo una reazione istintiva!” borbottò l’altro, imbarazzato.

    “Sì, sì, facciamo finta di crederci…”

    “Baka Usagi!! Ti ricordo che adesso ho di nuovo la mia Mugen ed è sufficientemente affilata per fare a fette un coniglio come te!” disse Kanda, impugnando la katana, la coda dritta e lo sguardo minaccioso.

    Lavi alzò le mani, indietreggiando. “Ma Yuu, non c’è bisogno di arrabbiarsi così tanto…”

    Kanda estrasse del tutto la spada, poi guardò Lavi dritto negli occhi. “Comincia a correre, coniglio.”

    Lavi si girò con un urlo strozzato e cominciò a scappare, inseguito da Kanda.

    Allen sospirò rumorosamente, scuotendo la testa, mentre Tyki li osservò allontanarsi alzando un sopracciglio.

    “Sarà meglio fermarli prima che si perdano chissà dove.” disse Artemis. Quelli le lanciarono una breve occhiata, prima di allontanarsi anch’essi nella direzione presa dagli altri due.

    “Ho idea che quei quattro finiranno per combinare un sacco di guai.” disse una voce dall’interno della casa.

    Quando Artemis si girò, trovò il suo maestro sulla soglia, appoggiato alla stipite della porta.

    “A me piacciono. Sono divertenti.” disse la ragazza sorridendo.

    “Sono fuori di testa vorrai dire.” replicò il Bruco, alzando un sopracciglio. “Però in fondo in questo Mondo non c’è nessuno di normale. È il motto del regno: Qui siamo tutti matti.”

    “È vero. Adesso è meglio che vada. In fondo sono la loro guida.” ridacchiò la Artemis, dandogli le spalle.

    “Va bene. E Artemis…”

    La ragazza si voltò di nuovo. “Sì, Maestro?”

    Il Bruco si voltò verso l’abitazione. “…Non ho intenzione di trovarmi un altro allievo. Quindi vedi di non morire, d’accordo? Sarebbe una terribile seccatura.” disse per poi scomparire all’interno.

    Artemis rimase in piedi, un po’ sorpresa, a fissare la porta della casa richiudersi. Poi sorrise, voltandosi e mettendosi in cammino.

    “Farò del mio meglio Maestro!!”

    ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++



    (1) le idee per gli abiti le ho prese dai disegni di quest’artista: http://rannsama.deviantart.com/gallery/#X-Down. Andate a dare un’occhiata, sono davvero splendidi!!^^


    alla fine ho finito per scrivere un sacco O_o mah, speriamo che vada bene...

    fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando!^^

    Edited by artemis89 - 20/10/2009, 18:38
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Foundah
    Posts
    30,569
    Location
    Dalle braccia dell'uomo più bello del mondo di nome.........Yu Kanda^^

    Status
    Offline
    Whooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
    e stupendaaaaaaaaaaaaa......mi piace un sacco...sisi
     
    Top
    .
  5. artemis89
     
    .

    User deleted


    :67.gif: grazie tesoro!!! sei troppo buona con me *^*
     
    Top
    .
  6. XShade-Shinra
     
    .

    User deleted


    Ora che finalmente mi è arrivato il papiro dall'Egitto - v.v grazie a Bakura e Malik - posso recensire! *^* L'ho letta appena l'hai pubblicata, questo è vero, ma avevo troppo da fare!XD

    A mio modesto parre, la scelta de personaggi è stata perfetta! (*^* Ne ho azzeccato uno!XD) Poi l'idea di far fare a Lavi la parte del Leprotto Bisestile è... *ç* ancora meglio del Bianconiglio!!! Così starà con Tyki... *.* Non c'è che dire, sei un genio! xD E poi Kanda in versione Stregatto è perfetta!XDDD

    Sono contenta che i nostri protagonisti abbiano delle armi! ^^ Inoltre il bastone animato di Tyki l'ho trovato azzeccatissimo! ** (E dire che pochi giorni dopo che ho letto la tua FF ne ho comprato uno!XD Non sai il caos che mi è successo per portarlo in aereo!XD)

    Comunque sia ho notato una grave... gravissima pecca nella tua FF: il raiting! E' solo verdeeeee!!! çOç *piange sconvolta vedendo cadere i suoi teatrini mentali*

    Bene, stavolta ho terminato! XD Aspetto con impazienza il prossimo, come sempre! *^* Un bacio! >*<
     
    Top
    .
  7. artemis89
     
    .

    User deleted


    ti ringrazio per il papiro, lo stavo aspettando^^

    mi fa piacere che gli abbinamenti con i personaggi siano di tuo gusto. per Kanda come Stregatto devo ammettere che ci ho pensato a lungo, perchè a Kanda manca una caratteristica fondamentale: non sorride mai!!! XD però ci accontenteremo^^

    per quanto riguarda il rating, mi dispiace tattola, ma ti dovrai accontentare u_u l'idea della fic è quella di essere divertente e leggera, e con un po' di Shounen-ai di mezzo perchè quello sta bene sempre e comunque^^

    però i tuoi teatrini mentali puoi continuare a farteli: sognare non costa nulla no? magari ti viene anche l'idea per una altra fic, chissà XD
     
    Top
    .
21 replies since 27/7/2009, 17:10   313 views
  Share  
.
Top
Top