Tra due scelte

Yaoi, (forse, ora vedo)NC-17, LavixKanda

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  1. smartis'16
     
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    PARTENZA

    Lavi tornò in camera propria, ignorando chiunque. Kanda aveva ragione. Quello che aveva detto era assolutamente vero … come poteva lui parlare di amore quando per colpa di questo stupido sentimento aveva perso il suo sogno più grande?
    Chiuse la porta dietro le proprie spalle, ma non andò oltre la soglia. Scivolò con la schiena lungo il legno, fino a toccare il pavimento. Ringraziò in parte che Kanda non fosse nella sua stessa stanza: non avrebbe retto un’altra volta quel suo sguardo amareggiato e sconvolto. Stavolta non era tanto preoccupato per la sua immagine: con Kanda aveva capito che poteva comportarsi esattamente come desiderava. Ormai aveva abbandonato la sua figura da anima in pena, non aveva più paura che altri lo giudicassero o che provassero pietà per lui, anche perché non mostrava più niente a nessuno di sé. Stranamente solo Kanda era capace di scombussolare questa sua barriera e di vedere attraverso di essa.
    Quella mattina Kanda gli era sembrato strano, l’aveva guardato diversamente, quasi intimorito. Aveva tentato d’ignorare tutto questo come ormai si era abituato con tutti, finché non aveva fatto quell’affermazione e aveva assunto quell’espressione un’altra volta … chiamandolo persino per nome. Kanda non lo chiamava praticamente mai per nome, lo faceva soltanto quando qualcosa lo preoccupava o, in quel caso, per senso di colpa. Il vero Kanda non si sarebbe mai scusato.
    Anche se … il rosso non sapeva molto su Kanda. Per un attimo pensò che loro due si somigliassero molto: il giapponese si era sempre comportato da freddo, distaccato, esattamente come Lavi in quel momento. Forse era perché nascondeva qualcosa, il suo vero “io”, esattamente come l’ex allievo di Bookman nascondeva la sua vera natura e il suo vero sentimento. Era evidente che di Kanda non conoscesse quasi niente.
    Lavi aveva abbandonato ogni sentimento ostile o triste e l’aveva nascosto dentro un cassetto del proprio animo, come a volerlo dimenticare … ma in questo modo aveva anche abbandonato il “Lavi” che aveva creato sotto richiesta del vecchio. Non sorrideva più, leggeva di meno , parlava di meno, tutto questo senza forzarsi, ma perché se la sentiva così come nuova persona.
    Nonostante tutto Kanda l’aveva stupito quella sera. Pensava che fosse diverso dagli altri, pensava che comportandosi “normalmente” con lui non avrebbe mai dovuto temere un’espressione di pietà … ma aveva scoperto che si sbagliava. Certo doveva ammettere che quella frase l’aveva turbato e gli aveva dato la sensazione di avere appena ricevuto un pugno nello stomaco, ma se Kanda avesse fatto finta di niente non ci avrebbe dato così tanto peso.
    Mise la testa sulle proprie ginocchia e restò in silenzio, senza riuscire, ovviamente a prendere sonno. Non pensava più a niente e questo lo spaventò qualche volta: il troppo silenzio gli faceva ancora paura.
    Sentì finalmente dei passi sul legno del pavimento in corridoio … conosceva bene quella camminata. Rimase in attesa, con le orecchie pronte a captare qualsiasi suo movimento. Quei passi arrivarono davanti alla sua porta e il cuore del rosso iniziò a battere forte. Una parte di lui gridava “non bussare, non chiamarmi, non scusarti, non fare niente!” ma l’altra invece supplicava il ragazzo di entrare e di permettergli di stare con qualcuno e, così, prendere sonno. Non era saggio non dormire in missione, ma … la solitudine era troppo forte per le sue orecchie e mente.
    Quei passi non si mossero da lì per un tempo che gli sembrò infinito … per poi proseguire e dirigersi verso la stanza accanto. Stranamente il rosso sentì una sensazione di smarrimento e di delusione: per un attimo aveva sperato che l’altro bussasse alla sua porta, per qualunque motivo … insultarlo, dirgli di svegliarsi presto, sgridarlo per qualsiasi cosa.
    Rimase accucciato contro la porta per tutta la notte, senza riuscire a chiudere occhio fino al mattino seguente, quando il personale iniziò a lavorare. Grazie a quei rumori riuscii ad addormentarsi per un po’
    Fu svegliato di soprassalto da Kanda, che aveva iniziato a bussare contro il legno della porta.

    -Allora?! Vieni o no?! è un’ora che ti aspetto giù! Non dirmi che stai ancora dormendo!- Lavi si alzò rapidamente, rendendosi conto solo in quel momento di essersi addormentato sul pavimento. Quell’alzarsi di scatto gli fece girare la testa.

    -Ah … oh … no … sì … cioè … arrivo!- gli disse dietro, con la voce e la mente ancora impastate dal sonno.

    -Stavi dormendo!- constatò irato Kanda dall’altra parte della porta. –ma insomma, siamo in missione, Baka Usagi!-
    Lavi corse in bagno, inciampando qualche volta nei propri piedi. Dov’era il bagno? Sorpassò una porta e finalmente lo trovò. Si avvicinò al lavandino troppo di fretta per pensare a qualsiasi cosa e si tolse la benda, appoggiandola lì vicino. Mise le mani a coppa sotto il getto d’acqua gelida, per poi sciacquarsi il viso nel tentativo di svegliarsi un po’ di più. Non poteva andare in missione da addormentato, sarebbe stato ucciso all’istante in caso di attacco.

    -TI MUOVI?!- chiese spazientito il moro nel corridoio, bussando di nuovo alla porta con insistenza. Lavi fu quasi infastidito: odiava essere svegliato in modo così brutale, figurarsi mettergli fretta!

    -Non urlare, arrivo!- perché tutta questa fretta, maledizione?! Si asciugò il viso e,un po’ meno assonnato ma con una grande fretta, uscì dalla propria stanza di corsa. Kanda alzò lo sguardo verso di lui, infuriato.

    -Era or … -ma si bloccò, guardandolo un po’ perplesso. Che aveva sulla faccia? Si guardò l’abito all’istante e per sua fortuna non era in mutande, ma ancora in divisa. L’Innocence era al suo posto sulla gamba, nella fretta aveva preso le cose necessarie … che aveva da fissare?

    -Che c’è?- chiese, leggermente intimorito da quello sguardo che stava fra la curiosità e lo stupore.

    -Lavi … - non riuscì a continuare molto, continuando a fissarlo. Tossì per schiarirsi un po’ la voce e per riprendersi da un possibile shock. Se lo chiamava per nome voleva dire che aveva qualcosa che non andava in viso. Iniziò a preoccuparsi che avesse la faccia deformata. –La … la tua … benda.- Lavi non capiva di che cosa stesse parlando, finché non si rese conto che sul suo viso … mancava qualcosa, una sensazione sempre presente e che in quel momento non c’era.
    Il rosso impallidì e trattenne il respiro. Il cuore iniziò a battere forte mentre Kanda lo fissava. Lavi si portò immediatamente la mano all’occhio destro, coprendolo. Dalla forza che ci aveva messo in quell’azione, si diede da solo uno schiaffo nella zona occhio. Non si era accorto che il respiro gli era mancato e che ora stava ansimando. Con l’occhio libero fissava Kanda sconvolto e terrorizzato. Mille brividi spiacevoli gli attraversavano il corpo, in particolare lungo tutta la schiena.

    -S … sc …. Scu … sa … mi.- disse il rosso, ancora sotto shock. Senza dire niente aprì di nuovo la porta e corse di nuovo in bagno, prendendo la benda che aveva abbandonato sul lavandino. Maledì se stesso ad ogni azione, ad ogni passo. Come aveva potuto? Come aveva fatto a scordarsi una cosa tanto importante? Come aveva potuto SCORDARSI QUELLA MALEDETTA BENDA?! Pensava a tutto questo mentre si metteva la benda in malo modo. Quando si guardò allo specchio col pezzo di stoffa sull’occhio, diede un pugno al muro accanto al vetro, irato. Aveva visto la sua stesse espressione sofferente, spaventata … oltraggiata da se stesso. Se fosse stato un suo specchio avrebbe voluto darlo contro di esso per rompere la sua stessa immagine, ma la poca coscienza in lui rimasta l’aveva bloccato. Avrebbe tanto voluto gridare di rabbia, ma se l’avesse fatto Kanda l’avrebbe sentito, così che il suo urlo fu solo interno. Mai in vita sua era successa una cosa simile. Era perché era stressato? Perché gli era successa quella cosa? Perché aveva visto il proprio mondo crollare? Non era più lo stesso di prima in tutti i sensi. Prima non si sarebbe mai scordato una cosa del genere, neppure per sbaglio. MAI!

    -L … Lavi … - una voce dietro alle sue spalle lo fece fremere, per poi farlo voltare di scatto. Kanda non riusciva a guardarlo, fissava più che altro il terreno, quasi in imbarazzo.

    -Mi … mi dispiace Kanda … mi dispiace … so … so che è … orribile … io … non capiterà mai più … te lo prometto … - ora neppure lui riusciva a fissarlo. La propria voce tremava, così come le mani.

    -Che vuoi che me ne importi?- chiese il moro, tornando la persona di ghiaccio di sempre. –è solo un occhio.-

    -Ma … - Lavi guardò di nuovo Kanda, ma fu zittito dai suoi occhi fermi e penetranti.

    -È SOLO …. Un occhio … Baka Usagi.- scandì bene le parole, calcando in particolare la parola “solo”. Certo, lui la faceva facile, per Lavi non era soltanto un occhio purtroppo. Si morse il labbro e abbassò lo sguardo, amareggiato.

    -Sì.-

    -Andiamo, abbiamo già perso abbastanza tempo a causa tua.-

    -Sì.- mormorò di nuovo il rosso a tono sempre più basso, sentendo poi i piedi di Kanda allontanarsi dal bagno. Lavi si sentì morire poco a poco. Come diamine aveva fatto a scordare una cosa tanto importante? Non gli era mai capitato in vita sua … perché ora? Perché aveva mostrato a Kanda una parte di lui che lo faceva sentire nudo di tutto e che lo faceva sentire un essere ripugnante? Quell’occhio era stata la ragione per cui era diventato Bookman e aveva anche promesso di non mostrarlo mai ad anima viva. Tutto attorno a lui stava crollando. Aveva perso il titolo di Bookman e aveva mostrato il suo occhio a Kanda. Su quest’ultimo punto ringraziò che non fossero stati altri a vederlo: col giapponese aveva la sensazione che fosse stato un inconveniente da nulla, rimediabile. Con altri gli avrebbe dato molto più peso perché sapeva che avrebbe visto i loro sguardi sfuggenti e in imbarazzo per tutto il santo giorno.

    -TI MUOVI? O VENGO A PRENDERTI A CALCI?!- Kanda lo destò di nuovo dai suoi pensieri, così che Lavi fu costretto a raggiungerlo, senza però guardarlo negli occhi per l’intera giornata.
    Quel giorno non c’era una bufera di neve, così che riuscirono ad andare ad indagare per la città i fatti strani riguardanti quella “regina delle nevi”. Non ottennero molte notizie, se non esattamente quello che il locandiere aveva riferito loro. Le uniche notizie in più le avevano dai vicini di casa o alcuni familiari delle “vittime”. Sembrava che alcuni scomparsi si fossero comportati in modo diverso prima di essere rapiti: era stato come se si fossero spaventati o eccitati, difficile dirlo, per qualcosa.

    -Secondo te è Innocence?- chiese Kanda al compagno.

    -Non ci sono quasi dubbi … ma c’è solo un modo per scoprirlo in modo definitivo: andare sul posto.-

    -Peccato che nessuno sappia dove sia con esattezza, sappiamo solo la zona. Quegli uomini forse erano Akuma, ma di questo non siamo ancora sicuri … -

    -Questo è vero … - disse il rosso, mordendo un pezzo del proprio panino, comprato da un fornaio lì vicino. Erano entrambi seduti su panchine ghiacciate. Il gelo entrava persino all’interno dei vestiti, ma pur di congelare dovevano riposarsi le gambe e cibarsi. Erano seduti di fronte ad una piazza, completa di fontana e panchine. La prima era completamente ghiacciata, le seconde erano affiancate da montagnole di neve che alcuni cittadini avevano accumulato per pulire le strade. Anche la loro aveva due cumuli accanto, uno da una parte, l’altro dall’altra. –mi mancano i piatti di Jerry… -disse malinconico Lavi, pensando ai manicaretti che il cuoco preparava ad ogni pasto.

    -Tzè, lamentati meno, principino.- rispose secco Kanda, ma anche lui sembrava provare la mancanza della sua soba. Chi altri oltre a Jerry aveva avuto le lodi del giapponese per qualcosa? Probabilmente nessun altro. Lavi si mise a guardare la piazza in cui erano, attualmente illuminata da qualche raggio solare che si nascondeva dietro le nubi bianche. Lavi guardò il cielo e vide le nuvole muoversi molto velocemente.

    -Sigh … oggi pomeriggio arriverà un’altra bufera … -

    -Sei diventato un veggente?- chiese amaramente Kanda. –non portare sfortuna, Baka Usagi!-

    -No, è che … ho vissuto … beh … stato in un luogo in cui il tempo cambiava molto rapidamente. Le nuvole si muovono velocemente … e questo sta a significare, data la zona, un’altra bufera. Il tempo peggiorerà … scommettiamo?- chiese con un sorrisetto di sfida.

    -Non faccio giochini inutili di questo genere!- Kanda si alzò, stizzito. –piuttosto che ciarlare, dato che sei così sicuro che il tempo cambierà, muoviamoci a fare le ultime cose!-

    -Hai paura di ritrovarti di nuovo la neve nelle mutande, Kanda?- chiese Lavi mezzo divertito.

    -Oooh vedo che adesso il tuo umorismo è tornato.- disse Kanda glaciale, ma sull’ironico.

    -Ti mancava, eh?-

    -No, affatto … preferivo il musone di prima.- Lavi fece un’espressione triste per scherzare. In quel momento il rosso aveva dimenticato ogni cosa. Stare lì, con Kanda … aveva fatto mettere da parte ogni cosa che lo turbasse, persino l’avvenimento di quella mattina e della sera precedente. Ricordarsi sempre tutto faceva male, a volte era meglio dimenticare … questo da Bookman non l’aveva mai imparato.

    -Sei crudele … - Kanda gli prese la testa e, con un colpo secco, lo spinse sul cumulo di neve di fianco a loro, tenendogli la testa premuta.

    -Chi è che doveva avere la neve nelle mutande, Usagi?- Lavi tentava di liberarsi, agitandosi invano: la presa di Kanda era ferrea sulla propria testa, non riusciva muoversi.

    -Mi….aff….ghend….o…..- Kanda lo tirò indietro dalla neve.

    -Che cosa hai detto?- Lavi aveva una faccia buffissima. Tutto rosso a causa del gelo e bagnato dalla neve sciolta . Kanda spalancò gli occhi e le labbra si incurvarono leggermente.

    -Mi arrendo, mi arrendo, mi arrendo!- disse velocemente il rosso, cercando di allentare la presa sui suoi capelli con le proprie mani. Kanda lo lasciò andare quasi subito, con un ultimo strattone.

    -Tzè … buffone.- Il moro si alzò, ma Lavi non era certamente il tipo da starsene con le mani in mano dopo che lo aveva gettato con la faccia nel gelo. Lo prese per la vita e lo gettò a terra, salendogli sopra a cavalcioni.

    -Chi è il buffone ora?- chiese con un ghigno, bloccandolo al suolo gelato. Anche se gli abitanti avevano liberato parte delle strade, la neve non aveva lasciato del tutto il suolo, così da bagnare pian piano i vestiti del moro.

    -Baka … Usagi … smettila di giocare e lasciami subito a meno che tu non voglia avere la testa mozzata!-

    -Parli e stra parli, Kanda … ma in questo momento sono io che ti ho in pugno o sbaglio?- Kanda rimase in silenzio, fissando il rosso negli occhi. Lavi si rese pian piano conto che erano in una posizione un po’ imbarazzante se qualcuno li vedeva, ma la sua piccola vendetta aveva la precedenza. Era troppo divertito nel gustarsi l’espressione indifesa e indignata del moro.

    -Baka … alzati subito!- esclamò Kanda con, notò Lavi, una piccola sfumatura di panico.

    -Che c’è Kanda? T’imbarazza stare sotto?- chiese con malizia, per un attimo il suo intento d’imbarazzarlo funzionò alla grande: il volto del moro assunse una tonalità più rosea, ma si riprese quasi all’istante.

    -Smettila di sparare stronzate e alzati, BAKA! O giuro che appena mi alzo ti faccio a fette talmente sottili da sembrare sashimi! Siamo in missione! Comportati da adulto, Baka Usagi!- Kanda aveva il fiatone e il suo corpo ebbe un fremito di gelo a causa dei vestiti ormai bagnati. Lavi non si era mai reso conto che il compagno fosse più gracile di lui. Kanda non era un fuscello, la sua muscolatura era evidente perché si allenava tutti i giorni … eppure … gli sembrava così minuto sotto di lui, incapace di muoversi e difendersi … sì … sembrava totalmente indifeso. I polsi poi erano molto sottili, riusciva a prenderne uno completamente in una mano . Sembrava così gracile, eppure era conscio che in realtà non lo era per niente. Aveva poi sempre creduto che il corpo del giapponese fosse freddo quanto il suo carattere. Eppure stando seduto sopra di lui poté sentire il suo calore corporeo. Era uno strano effetto.

    -B … Ba … Baka … che … che ti prende?- Lavi si riscosse dai suoi pensieri scuotendo leggermente il capo. Kanda lo stava fissando ad occhi confusi, stupiti … e notò sempre quella sfumatura di panico che non lasciava la sua espressione.
    Lavi fu avvolto dal calore, sicuramente rossore, non capiva se per il movimento o per … qualcos’altro. Si alzò, quasi di scatto, come se il giapponese scottasse.

    -Niente, dai alzati.- si guardò attorno, controllando che nessuno li avesse visti. Kanda rimase per un attimo seduto sul terreno, studiandolo.

    -Che era quello sguardo?- chiese il giapponese, alterato.

    -Quale sguardo?- Lavi stava andando leggermente nel panico. Che cos’era successo? Perché per un attimo quell’affanno, quella pelle … quel corpo …
    Non riusciva a dare una definizione, ma sapeva che la pelle bianca di Kanda era praticamente perfetta in mezzo alla neve, per non parlare di quel leggero rossore alle guance che sembrava il colore dei petali di ciliegio.

    -Quello di prima. Guardami di nuovo in quel modo e giuro che te lo taglio.- disse minaccioso il moro, alzandosi.

    -Ma quale? Te lo sei immaginato.- Lavi cercò di fuggire, ma sapeva che stava facendo uno sforzo inutile. Il cuore aveva preso a battergli forte. Che stava accadendo? –Io non avevo nessuno sguardo … - Il giapponese si alzò da terra, pulendosi le vesti dalla neve, riprese Mugen che gli era scivolata di mano poco distante da lì e iniziò ad incamminarsi.

    -Tzè … è inutile parlare con un idiota. Andiamo, Baka. A causa dei tuoi giochi da moccioso stiamo perdendo troppo tempo e, come hai detto tu, non ne abbiamo molto a causa della neve. E ringrazia che mi servi qui in missione, altrimenti ti avrei già fatto fuori per quello che hai fatto.- disse gelido, avviandosi verso l’ingresso della città.
    Dopo altre ricerche scoprirono altri dettagli: tutte le persone che erano state rapite, erano andate poco distanti dal villaggio, verso est per qualche commissione. Chi a prendere della legna, chi a cercare qualcosa, chi per andare a fare degli scambi di commercio e tante altre scusanti. Se dovevano capire da dove proveniva la Regina delle Nevi, dovevano andare nella zona dei rapimenti. Scoprirono che alcuni abitanti erano andati a cercare le persone scomparse di propria iniziativa, ma anche lì c’era stata una vittima, morta di gelo davanti agli occhi dei compagni. Non c’erano più state spedizioni, ma i testimoni avevano dichiarato che in cima ad un monte poco distante da lì, la bufera sembrava sempre più forte che in altre zone. Alcuni di loro avevano, infatti, dedotto che quel monte fosse il Covo della Regina. Agli esseri comuni non era permesso entrare, a meno che non desiderassero diventare statue di ghiaccio.
    Lavi, nonostante tutto, non riusciva a dimenticare quello che era successo pochi istanti prima. Iniziò a domandarsi come facesse Kanda, non facendo niente, a placarlo. Si ricordò solo in quel momento di quel che era successo la sera prima e quella mattina. Per quasi tutta la giornata non ci aveva dato peso e non ne capiva la ragione. Forse Kanda aveva un qualcosa di rassicurante nonostante fosse così gelido di carattere.

    -Ma mi ascolti?- chiese Kanda, destandolo nuovamente dai suoi pensieri. Aveva anche la strana capacità di parlargli quando iniziava a farsi delle paranoie … bloccandogliele. Forse era per questo che non ci aveva pensato per tutto il giorno. Chissà se il giapponese aveva un radar interno che lo avvertiva appena Lavi iniziava ad avere pensieri che lo turbavano.

    -Che cosa?-

    -Grrr … prima mi butti a terra, mi fai perdere tempo …. E poi non mi ascolti?! Ma chi me l’ha fatto fare di portarmi dietro un … -

    -No scusa, stavo … stavo solo pensando.-

    -E non riesci a pensare e ascoltare allo stesso tempo? Tzè … Baka Usagi col cervello ristretto.-

    -Dai, su! Che mi hai chiesto?- tagliò corto il rosso, non avendo molta voglia di controbattere.

    -Se è quello laggiù il monte dove dovremmo andare.- Lavi alzò lo sguardo verso la montagna che Kanda gli indicava. Dalle descrizioni doveva essere il monte più alto e, allo stesso tempo, quello totalmente ricoperto di neve … gli altri erano coperti, ma nessuno di loro era così … interamente bianco. Di solito le increspature della montagna creavano delle zone prive di neve … in questo caso no.

    -Sì, è quello.-

    -Bene, allora … - Kanda guardò un attimo verso il cielo che, in così poco tempo, aveva iniziato a far cadere i primissimi fiocchi di neve. - Dimmi, veggente … quanto durerà la bufera? Sarà lunga o possiamo già incamminarci?-
    Lavi guardò il cielo per un attimo … non era molto sicuro.

    -Non sono molto sicuro, ma … probabilmente la bufera non sarà lunghissima, forse chiamarla “bufera” è un po’ esagerato … le nubi non sembrano molto cariche.-

    -Sei incomprensibile … - mormorò Kanda, quasi contrariato ed esasperato al tempo stesso.

    -Scusa ma mi hai appena chiesto … - iniziò sorpreso, ma non fece in tempo a finire la frase che il giapponese lo interruppe.

    -Posso dire che sei incomprensibile ugualmente?-

    -Beh sì … ma …. –

    -E allora taci.- disse gelido. –Se non sei sicuro forse è meglio non muoversi, potremmo partire appena la bufera si calmerà.-

    -Altrimenti posso sempre usare il martello di legno.-

    - …Di grazia … che sarebbe?- chiese Kanda, sempre più irritato. Ah già … quando l’aveva usato di fronte a degli esorcisti, Kanda non c’era.

    -Posso cambiare le condizioni atmosferiche se lo uso.-

    - … E perché al nostro arrivo non l’hai usato? Potevamo evitare almeno di avere la neve ovunque, ti pare?-

    -Beh non posso usarlo sempre … solo in caso di combattimento e … - a dir la verità l’aveva completamente scordato, ma se l’avesse detto poteva dire “addio” alla propria testa.

    -Tzè … essere inutile … se mi farai il favore di usare quel tuo stupido martello quando ce ne sarà bisogno prima di diventare dei pupazzi di neve, possiamo partire anche subito.- Lavi spalancò gli occhi, era una delle poche volte che Kanda aveva un minimo senso dell’umorismo e diceva tante parole dietro fila. Non volle farglielo notare, altrimenti rischiava di essere ucciso veramente.
    Tornarono alla locanda abbastanza rapidamente, prendendo il necessario per una spedizione in montagna. Il locandiere fu molto gentile a dar loro dei giacconi in più e delle scarpe adatte di circa la loro misura. Diceva che andarci solo in stivali non era una grande idea, dovevano mettere qualcosa di più resistente e di più caldo. Prestò poi una tenda nel caso non riuscissero a proseguire e dovessero ripararsi dalla bufera di neve. Altri abitanti li aiutarono: la notizia della loro partenza si era propagata abbastanza velocemente. C’era chi dava loro da mangiare, chi per ripararsi dal freddo, chi per dormire, chi portava delle lanterne e candele … sembrava quasi che dovessero partire per mesi.
    Lavi però non riusciva a dire di no alla cordialità degli abitanti, così che presero il necessario e lo misero in zaini abbastanza larghi da contenere tutto (il che era tutto dire). Si vestirono come gli abitanti consigliavano, tenendo ugualmente la divisa sotto le vesti.
    Kanda dal canto suo non diceva nulla, rimaneva in silenzio cercando di stare in disparte come suo solito. All’inizio gli abitanti avevano provato a parlargli, ma avendo capito poi che tipo fosse … ne stettero un po’ alla larga, concentrandosi sul rosso.

    -Buon viaggio e state attenti!- dissero gli abitanti, accompagnandoli all’ingresso della città. –E tu, moretto, sorridi un po’ di più o diventerai vecchio prima del tempo.- scherzarono, Lavi vide il giapponese con la mano sulla propria katana, segno che si stava arrabbiando.

    -Ah ehm … tranquilli … torneremo presto.- disse Lavi tagliando corto e portando via il più velocemente possibile Kanda. E così partirono.
    La strada era abbastanza visibile, nonostante fosse ricoperta di neve. Non incontrarono anima viva in quelle zone, forse perché ormai poco frequentate dopo quanto era successo. La neve aveva anche cominciato a scendere sulle loro teste, ma non tanto da essere ingovernabile. Seguirono le indicazioni del sentiero, alcune coperte dalla neve, per arrivare al monte che era stato loro segnato. Inizialmente non fu difficile raggiungerlo, ma più andavano avanti, più la neve aumentava, rendendo la strada impraticabile.

    -ODIO LA NEVE!- esclamò Kanda, arrabbiato come non mai dopo essere inciampato in un qualche buco sotto il soffice manto bianco. Vedere il giapponese a gambe all’aria e coperto di neve non riuscì a frenare una cosa che ormai Lavi aveva dimenticato: una risata. Rise, iniziando a prenderlo in giro.

    -Dovresti vederti! Ahahahahah!- Si stava già preparando a correre nel caso Kanda lo rincorresse a spada sguainata … quando lo vide voltarsi sconvolto, dimentico di tutto. – Che c’è?- chiese, continuando a ridere. Kanda rimase per un attimo ad occhi sbarrati dove si trovava, senza dire una parola. Sembrava che volesse parlare, ma … sembrò ripensarci:

    -Inizia a correre … - lo minacciò, alzandosi e afferrando Mugen.

    -Oh oh … - Lavi ascoltò il suo consiglio, iniziando a correre verso il monte tentando di non inciampare nella neve alta. Kanda dal canto suo cercò di prenderlo, ma quel coniglio sapeva scappare meglio di quanto pensasse.


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    Dalle braccia dell'uomo più bello del mondo di nome.........Yu Kanda^^

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    carino come capitolo.
    Lavi si fa un sacco di pare mentali come sempre, forse anche un pò troppe.
    Ma tutto sommato il capitolo e strutturato molto bene mi piace.
     
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  3. smartis'16
     
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    Beh Lavi nei primi capitoli si fa un po' di pare mentali u.u è appena uscito da un brutto "trauma", quindi è ancora molto debole psicologicamente, non riesce ancora ad essere spensierato come prima. Deve ricostruirsi un'identità e tentare di dimenticare di essere stato l'allievo di Bookman, cosa ancora molto difficile per lui. Pian piano sta riprendendo se stesso, infatti alla fine del capitolo ha riso ^__^
    Per di più lui odia stare da solo, non ci riesce. Quando sta da solo le sue paure e le sue insicurezze saltano fuori, per questo che all'inizio è così turbato. Per Kanda invece, si chiede cosa sia stato quello che è successo perchè lui sta iniziando ad attaccarsi realmente a qualcuno e questo lo spaventa, non ha mai provato cose simili u.u
     
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17 replies since 6/11/2009, 16:49   362 views
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