Ritorno nel Paese delle Meraviglie

Shounen-ai/Crossover: Kanda/Allen & Tyki/Lavi

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  1. artemis89
     
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    Salve a tutti! vi ho portato i primi tre capitoli di una fic che sto scrivendo (chi è anche su EFP la conosce già. pazienza). il quarto è attualmente in cantiere.

    si tratta di una crossover tra DGM e Alice nel Paese delle Meraviglie.

    per farla breve alcuni personaggi di DGM (chissà chi potranno mai essere? i soliti ignoti!) finiscono nel Paese delle Meraviglie e ne passano di tutti i colori.

    Titolo: Ritorno nel Paese delle Meraviglie
    Genere: shounen-ai
    Coppie: Kanda/Allen e Tyki/Lavi
    Avvertenze: uhm...un nuovo personaggio, trama totalmente inventata, una mente malata come autrice...vi bastano?
    link EFP: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=361042&i=1


    Capitolo 1



    La battaglia stava andando avanti ormai da dieci minuti buoni. E che battaglia.

    Da una parte c’erano ben quatto esorcisti, mandati in missione insieme.

    Dovevano andare a salvare alcuni finder rimasti bloccati in una piccola città in cui tutti gli abitanti erano ormai diventati akuma o erano stati uccisi da essi. Così Allen Walker, Lenalee Lee, Yuu Kanda e Lavi erano partiti senza ulteriori indugi, speranzosi di riuscire ad aiutare i loro compagni. Erano stati mandati quattro esorcisti, tra i migliori, perché Komui riteneva che la missione avrebbe potuto complicarsi inaspettatamente e non poteva certo mandare la sua sorellina da sola!

    Accidenti a quell’uomo, mai una volta che si sbagliasse nelle sue previsioni.

    Erano riusciti ad entrare in città ed a far fuggire i finder mentre loro tenevano a bada i numerosi akuma (la maggior parte dei quali di livello due, mannaggia!) quando all’improvviso chi ti compare se non due Noah?

    E non due Noah qualunque. I loro nomi erano Road Camelot e Tyki Mikk, probabilmente i due nemici più noti e temuti da tutto l’Ordine Oscuro (bè, dopo il Conte del Millennio, si intende). Che fortuna!

    Se prima la battaglia consisteva nel distruggere più akuma possibile, con l’entrata in scena dei due Noah le cose si erano decisamente complicate. Gli Esorcisti stavano combattendo più che egregiamente, ma non avrebbero certo potuto andare avanti in eterno e c’erano le loro vite in gioco.

    “Ti preferivo di più quando ti comportavi come una brava bambola ubbidiente, sai?” disse Road all’unica altra ragazza presente.

    “Bè Road, mi dispiace deluderti, ma non ho la minima intenzione di giocare con te stavolta.” rispose Lenalee, schivando le micidiali candele della bambina con un agile capriola, danzando con i suoi stivali che le permettevano di volteggiare in aria.

    “Uhm, non importa tanto io voglio giocare solo con il mio Allen ♥” disse la piccola battendo le mani, gli occhi dorati che brillavano di malizia.

    L’interessato, sentendosi tirato in causa, volta la testa verso di lei “Ah no, Road, non ricominciare con questa storia, hai capito?!”

    “Baka Moyashi, guarda quello che fai!” sbottò improvvisamente un altro ragazzo, quello giapponese, i cui lunghi capelli corvini, raccolti in una alta coda di cavallo, si muovevano velocemente. Velocemente come i movimenti del giovane che con uno scatto rapidissimo di parò di fronte all’Esorcista dai capelli bianchi per bloccare l’attacco di un akuma diretto verso di lui.

    “Possibile che non ti accorgi neanche quando vieni attaccato, stupido!” grido rivolto all’altro, mentre con un colpo della sua katana tagliava a metà l’akuma che aveva di fronte.

    “Il mio nome è Allen, Bakanda!” fu l’unica risposta che ricevette, insieme ad un “Comunque, grazie” borbottato a mezza voce.

    “A volte penso che quei due finiranno per farsi fuori a vicenda molto prima di venire uccisi da un nemico” sospirò un ragazzo dai capelli rossi, lanciando un’occhiata ai due.

    “È possibile, ma se fossi in te non mi preoccuperei di questo adesso, Bunny-chan.” disse una voce alla sua destra. Il giovane fece appena in tempo a ruotare il suo enorme martello di lato per riuscire a parare l’attacco che l’uomo dai capelli neri e dagli occhi dorati gli aveva sferrato.

    L’impatto lo fece arretrare di qualche passo, ma riuscì a rimanere in equilibrio. “Devi smetterla di chiamarmi in quel modo, Maledetto!” ringhiò il rosso.

    “Bè, non posso farci niente se sembri un coniglietto, piccolo.” rispose l’altro con un sorriso.

    “Ah, sta zitto!”

    Ma l’altro si limitò a ridacchiare.

    “A quanto pare lo zio Tyki si sta divertendo. Buon per lui, ma voglio giocare anch’io!” disse Road con un’espressione imbronciata che la faceva sembrare una bambina capricciosa. Ed in effetti era proprio questo: una bambina viziata che prendeva la vita come un gioco, persa nel suo mondo di sogni ed indifferente al dolore che provocava agli altri esseri umani.

    Il combattimento proseguì, sempre allo stesso modo, con gli Esorcisti che ogni tanto riuscivano a distruggere un altro akuma (ormai ne erano rimasti solo un paio) e con i Noah che ogni tanto riuscivano a mandare a segno un colpo, seppur non grave, oltrepassando le difese dei loro avversari. Gli Esorcisti, infatti, combattevano in gruppo, aiutandosi l’un l’altro (persino Kanda) e questo li rendeva più forti e più difficili da cogliere di sorpresa.

    Erano tutti riuniti i quella che una volta era la piazza del paese, ma che ora era solo lo scenario in rovina di una battaglia.

    Quando finalmente un attacco ben mirato di Lenalee ed un Cross Grave di Allen riuscirono a distruggere gli ultimi due akuma rimasti, il combattimento si fermò per un attimo, mentre i contendenti prendevano fiato.

    “Sembra che siamo rimasti in svantaggio numerico, Road” disse Tyki, raccogliendo il cilindro che era caduto a terra durante lo scontro.

    “Non credo che sia un grosso problema, Tyki. Possiamo giocare ancora un po’, vero?” rispose la bambina.

    Gli Esorcisti erano immobili, in posizione difensiva. Osservavano i loro movimenti con attenzione, ansimando leggermente per la fatica.

    “Sì, Road, credo di sì”

    Stavano per ripartire all’attacco quando all’improvviso successe qualcosa. Al centro della piazza, proprio in mezzo ai combattenti, comparve uno strano simbolo che risplendeva di luce verde. Era di forma circolare, dal diametro di circa due metri, e con all’interno un intricato disegno di rami e foglie.

    Tutti quanti restarono immobili ad osservarlo, le espressioni stupefatte. Si guardarono a vicenda, ognuno pensando fosse opera dell’altro, ma notando che la sorpresa era dipinta sul volto di tutti, la loro confusione aumentò ulteriormente.

    Improvvisamente all’interno del cerchio comparve una ragazza.

    Alta all’incirca come Lenalee, aveva lunghissimi capelli viola chiaro, di una tonalità simile al lilla, che le arrivavano quasi a piedi e raccolti in due codini bassi e legati con dei nastri di colore azzurro chiaro. Indossava una camicia bianca piuttosto lunga, con un gilet viola senza maniche al di sopra. Le gambe erano in parte coperte da dei corti pantaloncini e da degli stivaletti bassi, entrambi di colore verde-nero. Teneva in mano un grosso libro e aveva gli occhi chiusi. Quando li aprì, tutti poterono vedere che erano di un viola cupo.

    Si guardò un attimo attorno come spaesata, poi notò le persone che la stavano osservando come se fosse un fantasma. A quel punto arrossì appena “Ah, s-scusate l’entrata improvvisa, ecco io-” si bloccò di colpo, osservando meglio i presenti.

    A quel punto sorrise. “Li ho trovati!!!” disse, cominciando a saltellare di gioia. “Che bello! Il Maestro sarà così fiero di me”.

    Sia gli Esorcisti che i Noah la osservarono con gli occhi spalancati.

    “Sono l’unico idiota che non sta capendo un accidente qui?” chiese Lavi a voce alta.

    “Probabilmente sei l’unico idiota, ma non sei certo l’unico a non capire niente.” gli rispose Kanda con il suo solito tono ‘cordiale’.

    “Grazie Yuu-chan, ora mi sento meglio. Però quel commento te lo potevi risparmiare.” disse il rosso mimando un’espressione ferita.

    “Non chiamarmi per nome, Baka Usagi!”

    Quella scena familiare, anche se piuttosto fuori luogo in quel momento, risvegliò tutti dallo stato confusionale in cui erano caduti.

    Tyki alzò un sopracciglio “Cos’è una vostra nuova compagna questa?” chiese.

    Allen lo guardò di sbieco “Ti sembra che indossi la nostra uniforme forse?”

    “Se non è con voi, e sicuramente possiamo assicurarvi che noi non la conosciamo, allora chi è?” fece Road, dando voce alla domanda di tutti.

    La ragazza intanto stava ancora saltellando allegramente sul posto, persa nel suo mondo. A quelle parole si riscosse “Oh è vero, non mi sono presentata. Che sbadata!” disse ridendo e dandosi una manata sulla fronte “Il mio nome è Artemis, molto lieta”

    “Molto piacere, ma il nome da solo non ci aiuta molto…” disse Lenalee incerta.

    “Sono venuta fin qui a cercare delle…ehm…persone. Il mio Maestro mi ha raccomandato di trovarle. Sapete lui è un po’ troppo vecchio per andare in giro ormai, gli fa male la schiena, così a mandato me. È il mio primo incarico importante” disse con un sorriso e gli occhi che luccicavano di orgoglio.

    “Oh, questo si che chiarisce tutto.” fece Kanda ironico.

    Lenalee gli scoccò un’occhiataccia, poi proseguì. “E…ehm…ecco, mi sembra che tu abbia detto che li hai trovati?”

    “Certo sono proprio qui. Ci sono tutti”

    “E chi sarebbero di preciso?” domandò Road guardandosi intorno. Non vedeva nessun altro nei paraggi.

    La ragazza alzò il dito indice “Uno, due, tre e quattro.” disse indicando progressivamente Kanda, Allen, Lavi e Tyki. “Che fortuna che ho avuto a trovarvi tutti insieme! Di solito era impossibile vedervi girare in gruppo.”

    Gli occhi dei quattro malcapitati si spalancarono ulteriormente, non capendo di cosa parlasse.

    “Tyki, la conosci?” chiese Road rivolta all’uomo.

    “Mai vista prima in vita mia” disse scuotendo la testa e alzando le braccia.

    I tre ragazzi lo imitarono. “Stesso discorso per me” disse Lavi. “Idem” fece Allen. Kanda non disse una parola, limitandosi a guardare la ragazza come se fosse pazza (e c’era un’alta probabilità che lo fosse).

    “Ah è normale. Quando ve ne siete andati il mio Maestro non mi aveva ancora preso come allieva. Per questo la mia faccia non vi è famigliare” li rassicurò Artemis.

    Ma gli altri continuarono a non capire.

    Il sorriso di Artemis sparì. Cominciava ad avere dei dubbi. “Che abbia sbagliato persone? Ma assomigliano così tanto alle immagini che ho visto.”

    Fece per aprire il libro che aveva con sé, quando si sentì una musichetta provenire dalla ragazza. Lei infilò una mano in tasca e ne tirò fuori un piccolo orologio da taschino, da cui proveniva la melodia. “Maledizione a sto dannato aggeggio. È un secolo che non segna più l’ora giusta, cosa si mette a suonare adesso da fare?”

    Il suo sguardo ritornò verso i ragazzi “Uhm, forse mi vuoi dire che ho visto giusto?” stette un attimo a pensare. Poi sorrise furbescamente. “Bè in questo caso, sarà meglio sbrigarsi!”

    Aprì il libro che aveva in mano. Appena lo fece quello cominciò a levitare davanti a lei, mentre il simbolo ai suoi piedi cominciava nuovamente a risplendere.

    Tutti i presenti si misero in posizione difensiva, non sapendo cosa aspettarsi.

    Alzò gli occhi verso di loro. “È ora di tornare a casa.”

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    Capitolo 2



    Artemis cominciò a leggere.

    “Alice, bruciando dalla curiosità, lo inseguì di corsa per il campo, facendo appena in tempo a vederlo sparire in una gran buca sotto la siepe. Un attimo dopo Alice si era infilata dietro di lui, senza minimamente riflettere a come avrebbe poi fatto per uscire. ”

    Dal libro partirono all’improvviso delle lunghe strisce di luce, che sembravano composte dalle parole che la ragazza stava leggendo.

    “Ma che diavolo…?” esclamò Kanda, ma non riuscì a finire la frase.

    Le strisce partirono veloci verso i quattro ragazzi. Provarono a schivarle, ma esse si arrotolarono strette attorno ai loro corpi, bloccandoli e cominciando a trascinarli verso il libro.

    “Allen! Lavi! Kanda!” “Tyki!” sbottarono all’unisono Lenalee e Road.

    “Aaah, aiuto, fate qualcosa!” gridò Allen.

    “Dannazione…non riesco a…muovermi” sibilò Lavi a denti stretti, mentre si dibatteva per cercare di liberarsi.

    “Cosa diavolo sono queste cose? Non riesco a passarci attraverso” fece Tyki. Nonostante provasse ad usare i suoi poteri di Noah, quelle specie di corde si rifiutavano di lasciarlo andare.

    Artemis continuò a leggere, impassibile.

    “Per un po’ la tana si prolungava come una galleria, ma ad un certo punto sprofondava all’improvviso, tanto all’improvviso che Alice non ebbe neanche un momento per pensare a fermarsi; e si trovò a precipitare giù per quello che pareva un pozzo assai profondo.”

    Appena ebbe pronunciato queste parole, davanti ai suoi piedi si spalancò un profondo buco, tipo quello descritto nel brano che aveva letto. Le ‘corde’ di parole cominciarono a convergere verso quel pozzo, trascinando i quattro giovani con loro.

    “Maledizione!!!” gridò Kanda. Ma per quanto si muovesse e per quanta forza usasse, le corde non si rompevano. Sembravano fatte d’acciaio. Persino la lama della sua katana non riusciva a scalfirle.

    Lenalee si slanciò veloce per cercare di aiutare i suoi compagni, ma una delle strisce luminose parti di scatto come una frusta, colpendola in pieno e mandandola a ruzzolare poco lontano.

    Anche Road stava per muoversi, ma quando vide cosa era successo all’altra ragazza cambiò tattica. Fece comparire alcune delle sue candele e le spedì a tutta velocità contro Artemis. Esse però vennero respinte e caddero a terra, come se uno scudo circondasse la ragazza.

    Intanto i quattro giovani erano ormai giunti sull’orlo del pozzo. Per quanti sforzi facessero, non riuscivano a liberarsi.

    Improvvisamente, però, le corde sparirono.

    Ma ormai era troppo tardi. I loro piedi avevano già superato il bordo e l’unica cosa che gli rimase da fare fu precipitare all’interno del pozzo.

    Lenalee lanciò un grido, tentando nuovamente di correre verso di loro, e la stessa cosa fece anche Road.

    A quel punto però Artemis chiuse il libro e rivolse lo sguardo verso di loro. “Non preoccupatevi principesse, li prendo solo in prestito. Vi riporterò i vostri cavalieri appena possibile.”

    E detto questo saltò anche lei nella buca, la quale dopo il suo passaggio si chiuse e sparì.

    ********************



    “I casi erano due, o il pozzo era arci-profondo, o la sua caduta era assai lenta: il fatto è che Alice ebbe tutto il tempo, precipitando, di guardarsi intorno e chiedersi cos’altro le sarebbe accaduto a questo punto. Dapprima cercò di guardare in basso per distinguere la sua destinazione, ma era troppo buoi per vedere qualcosa; allora guardò le pareti del pozzo e notò che queste erano assai piene di credenze e scaffali; qua e là vide appesi quadri e carte geografiche. Prese al volo un vasetto da uno scaffale. L’etichetta diceva MARMELLATA DI ARANCE, ma con sua grande delusione il vasetto era vuoto; Alice non volle lasciarlo cadere, per paura di ammazzare qualcuno di sotto, e fece in modo di posarlo sopra una credenza, sempre durante la caduta.”

    Erano finiti nel posto più strano che avessero mai visto.

    Nonostante continuassero a cadere, andavano molto piano nel farlo, come se stessero affondando dentro dell’acqua.

    Inoltre le pareti del pozzo, che inizialmente erano completamente nere, stavano cominciando a diventare sempre più colorate. Colori sgargianti e tonalità pastello, quasi come se fossero state disegnante da un bambino.

    “Cominciò a credere di trovarmi nel mondo dei sogni di Road…” disse Lavi a bassa voce, guardandosi intorno, con gli occhi sgranati.

    “Ah sì? Allora saresti così gentile da spiegarmi perché ci sono di mezzo anch’io?” replicò Tyki, il sarcasmo piuttosto evidente nel suo tono di voce.

    “Bè, potresti essere un’illusione anche tu. Oppure potrebbe averti coinvolto per sbaglio. Succede anche ai migliori di sbagliare, a volte.” disse Lavi stringendosi nelle spalle.

    “Sì, certo, come no.” borbottò l’altro con le braccia conserte e un’espressione seccata sul volto.

    Ad un certo punto sentirono un ‘ouch’ provenire da Kanda e si girarono tutti verso di lui. Si stava massaggiando la testa e teneva in mano un barattolo di vetro.

    “Yuu, che cosa -”

    “Questo dannato coso mi è finito in testa!” sbottò e fece per lanciarlo via.

    “Fermati Kanda!” lo bloccò Allen “Non sappiamo se ci sia qualcuno sotto. Se lo lanci potrebbe finirgli addosso.”

    “Se non la pianti di dire stupidate so io a chi finirà addosso, Moyashi.”

    “Il mio nome è Allen!! E non sto affatto dicendo stupidate. Sei tu che sei così stupido da prendertela persino con un semplice barattolo.”

    “Dannato, chi sarebbe lo stupido? Parla quello che è capace di pensare solo con lo stomaco.”

    “Allora lo ammetti che io sono in grado di pensare. Attività che, invece, a te è piuttosto sconosciuta.”

    “Se non la pianti giuro che ti affetto, Moyashi. Hai capito?”

    “Oh, sto tremando al solo pensiero.”

    Tyki intanto li stava guardando, sbattendo le palpebre come non credendo a ciò che vedeva.

    “Dì un po’” si rivolse all’Esorcista dai capelli rossi, che stava osservando la scena con sguardo annoiato “Ma fanno sempre così quei due?”

    “Se non lo facessero comincerei seriamente a preoccuparmi” rispose Lavi. Poi sorrise “In realtà si vogliono molto bene, solo che fanno fatica a dimostrare il loro affetto reciproco” sussurrò.

    Il barattolo, che fino ad un minuto prima si trovava in mano a Kanda, partì con velocità spaventosa per andare a sbattere con violenza sulla fronte di Lavi.

    “Ahi!! Yuu, ma cosa-” iniziò, ma si bloccò di colpo quando vide lo sguardo omicida degli altri due.

    “Prova a ripetere una cosa del genere e giuro che ti scuoio vivo” sibilò Kanda, con la voce che sembrava provenire direttamente dall’Oltretomba.

    “Per una volta concordo con Kanda, sai” disse Allen sorridendo. Un sorriso dolce e innocente. Ma non bisogna mai fidarsi di Allen quando sorride, soprattutto in quel modo. Perché può diventare mooolto pericoloso.

    Lavi alzò le mani in segno di resa. “Ok, ok, ho capito, non c’era bisogno di diventare violenti. Mi spiegate perché alla fine nei vostri battibecchi quello che ci rimette sono sempre io?”

    I tre ragazzi sentirono una risatina provenire di lato e si girarono ad guardare Tyki che ridacchiava.

    “Bè che hai da ridere tu?” lo apostrofò Kanda.

    “Niente, niente. Solo che voi tre siete gli Esorcisti più strani che abbia mai conosciuto. Non che ne abbia conosciuti molti, in effetti, però direi che voi siete quasi alla pari con la mia famiglia.”

    Gli altri tre lo guardarono dubbiosi. Stavano per replicare che difficilmente potevano competere con le stranezze della famiglia Noah, ma proprio in quel momento sentirono una voce piuttosto familiare provenire dall’alto.

    “Siete ancora dietro ‘cadere’ voialtri? Guardate che dobbiamo sbrigarci, il passaggio non resta aperto in eterno.”

    Alzarono al testa in tempo per vedere Artemis, con il libro ancora stretto in mano, che scendeva piuttosto velocemente verso di loro.

    “Senti un po’ tu -” iniziò Kanda, ma la ragazza lo interruppe bruscamente.

    “Non ora, vi ripeto che dobbiamo sbrigarci.” Si sentì un rumore provenire dall’alto. Quando alzarono la testa videro che il pozzo al di sopra delle loro teste si stava richiudendo su se stesso. E andava anche di corsa a farlo! “Visto?! Vi decidete a scendere sì o no?”

    “Ci piacerebbe, se sapessimo come fare.” commentò Allen.

    “È il colmo che sia proprio tu a chiedermelo. Sei tu l’esperto quando si parla di passaggi con il Mondo Esterno, no?”

    “Ma ti ripeto che non so di che diavolo stai parlando!!”

    “Oh insomma, adesso poi bas-” fece Artemis, ma venne interrotta dal rumore sordo, che aumentava sempre di più.

    “Il tuo nome è Artemis, giusto?” disse Lavi alla ragazza. “Facci uscire da qui, poi potremmo discutere quanto ci pare, ok?”

    Lei si limitò ad annuire. Aprì nuovamente il libro e mormorò qualcosa a voce bassa.

    All’improvviso la ‘forza’ che permetteva ai ragazzi di cadere giù lentamente sparì. E loro si ritrovarono a precipitare veramente.

    “Aaaahh!!!” fu il coro di voci che si sentì nel pozzo.

    Per loro fortuna c’era dell’erba abbastanza folta ad attenderli in fondo. Finirono tutti a terra, uno sopra all’altro con un tonfo sordo. Allen, Lavi, Kanda e Tyki.

    “Io questa scena lo già vista.” disse Lavi.

    “Io no. Ma non posso dire di avere apprezzato.” ribatté Tyki.

    “Ma si può sapere come mai sono sempre io a finire sotto agli altri?” mormorò Allen. “Eppure dovrei essere il più leggero qui. (1)”

    “Che, ho dei dubbi che tu lo sia, Moyashi, visto quanto mangi.”

    Mentre si rialzavano sentirono Artemis che borbottava qualcosa “Uff, ma guarda te se dovevo beccare proprio quattro imbranati come voi.”

    Si girarono verso di lei e la trovarono che in piedi, che li guardava con le braccia appoggiate sui fianchi.

    “Allora, ragazzi, tutto a posto?”

    Kanda esplose “A POSTO?! Come credi che possa essere tutto a posto? Sei comparsa dal nulla, ci hai trascinato qui contro la nostra volontà e come se non bastasse - ” si interruppe “A proposito, dove diavolo siamo finiti?”

    Artemis sorrise.

    “Signori miei, benvenuti nel Paese delle Meraviglie!”

    ********************



    (1) io un'idea ce l'avrei sul perchè finisci sempre 'sotto', Allen :shifty:

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    Capitolo 3



    L’affermazione di Artemis venne accolta da tre paia di occhi interrogativi e un unico occhio verde totalmente incredulo.

    “A-aspetta un attimo? H-hai detto ‘Paese delle Meraviglie’?!”

    Tutti si girarono verso il ragazzo dai capelli rossi che aveva parlato. Era pallidissimo e guardava Artemis come se avesse appena detto che il Conte del Millennio andava in giro a regalare dolcetti ai bambini.

    “Lavi cosa succede?” gli chiese Allen.

    “E prima hai nominato ‘Alice’, vero?” deglutì a fatica “Ma non è possibile!!”

    Kanda stava perdendo la pazienza. Non che ne avesse una gran scorta con sé. Non dopo tutto quello che era successo. E certo non per le stranezze di Lavi.

    “Ohi, Baka Usagi ti vuoi decidere a parlare chiaro?! Chi diavolo è questa Alice?”

    “Alice è il personaggio di un libro per ragazzi che ho letto tempo fa. E il titolo è proprio ‘Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie’!”

    “Stai dicendo-” intervenne Tyki alzando un sopracciglio “che ci troviamo DENTRO AD UN LIBRO?!”

    Finalmente la lampadina si accese anche nella testa di Allen e Kanda. “CHE COSA?!” gridarono all’unisono, girandosi di scatto verso Artemis.

    Lei si limitò ad alzare le spalle. “Desolata, ma le cose stanno proprio così. Credevo l’aveste capito da un pezzo.”

    “E ti aspetti che io creda ad una stupidata simile?”

    Una vena comparve sulla fronte di Artemis. Poi sorrise “Bè se hai una spiegazione migliore, siamo pronti ad ascoltarti, piccolo-samurai-con-i-capelli-di-una-ragazzina.”

    Ci vollero Allen e Lavi messi assieme per riuscire ad impedire a Kanda di saltare addosso alla ragazza e strangolarla con le sue mani.

    “L’ammazzo!! Giuro che l’ammazzo!!!”

    “Dai Yuu, calmati adesso. Cerchiamo di ragionare.”

    Kanda si girò di scatto afferrando l’elsa della sua arma. “Adesso affetto anche te, Baka Usagi!”

    Ma quando provò ad estrarre la spada, scoprì con orrore che non ci riusciva. “Ma cosa-?” Ci riprovò più volte ottenendo lo stesso risultato: Mugen non ne voleva sapere di uscire dal fodero.

    “Credo che sia inutile che tu continui a provare” saltò su Tyki all’improvviso.

    I tre esorcisti si voltarono verso di lui. “Cosa diavolo hai combinato, Noah?” ringhiò Kanda.

    “Io? Assolutamente niente. Ma visto che io non riesco ad usare i miei poteri di Noah, penso che anche le vostre Innocence siano totalmente fuori uso al momento.” replicò l’altro calmissimo, le braccia conserte.

    O almeno lo spero pensò.

    La mano di Lavi scattò immediatamente verso il suo martello, mentre Allen cercava senza successo di attivare l’Innocence del suo braccio sinistro.

    “Maledizione, è vero, non riesco ad invocarla! Che sta succedendo?”

    Tyki sorrise. È vero che non poteva usare i suoi poteri, ma fintanto che anche gli Esorcisti erano disarmati, non doveva preoccuparsi.

    “È perfettamente normale” interloquì Artemis, catturando in un secondo l’attenzione degli altri quattro “La magia proveniente dal Mondo Esterno non ha effetto qui. In questo mondo le regole sono diverse, come diversa è anche la magia che viene utilizzata.”

    “Vuoi dire che in questo mondo è presente la magia?” chiese Lavi subito interessato.

    Lo sguardo di Artemis diventò serio. “Ma per davvero non vi ricordate niente? Avete dimenticato tutto?” disse abbassando la testa.

    Allen sospirò. “È da prima che continui a ripetere queste cose. Te lo abbiamo già detto, noi non ti conosciamo, non sappiamo di cosa stai parlando. Se non fosse stato per Lavi non saremmo nemmeno riusciti a capire dove siamo. Per cui, adesso, saresti così gentile da darci una spiegazione, per favore?”

    E tornò a guardare Artemis in attesa di una risposta.

    Che non arrivò. Artemis si limitò a rimanere a testa bassa con i capelli che le coprivano il volto, in silenzio.

    Dopo aver lanciato un’occhiata agli altri Allen provò ad avvicinarsi e appoggiale una mano sulla testa con delicatezza. “Ehm, tutto bene?”

    Quando Artemis alzò gli occhi erano pieni di lacrime.

    La mano di Allen si paralizzò a mezz’aria.

    “Complimenti, ragazzino, l’hai fatta piangere.” disse Tyki.

    “Bel lavoro, Moyashi, l’hai fatta piangere.” aggiunse Kanda

    “Hai un talento innato per far piangere le ragazze, Allen. Prima Lenalee, adesso Artemis.” rincarò Lavi.

    “Ma-ma io non ho fatto niente! Non sono stato scortese. Le ho anche chiesto ‘per favore’!”

    Intanto Artemis non prestava la minima attenzione agli altri quattro.

    “Cosa ho combinato? Avrò sbagliato persone?” si prese la testa fra le mani “Oh no!! Nonononononono!! Come faccio adesso? Il Maestro mi ucciderà davvero stavolta. Sempre se sono fortunata, potrebbe fare anche di peggio.” continuò con lacrime in stile manga che le scendevano sulle guance.

    All’improvviso Tyki sospirò e si avvicino alla ragazza, prendendole gentilmente le mani e guadagnando la sua attenzione.

    “Ascolta, adesso calmati per un momento. Cosa ne dici di provare a spiegarci tutto dall’inizio? In questo modo forse riusciremo ad aiutarti. Non possiamo fare niente se prima non capiamo cosa sta succedendo, no?” le disse sorridendo.

    Artemis lo guardò per un attimo, poi annuì leggermente.

    “Bene.”

    Lavi guardò l’uomo con una certa ammirazione. “Wow, ci sai proprio fare con le donne, eh?”

    Tyki si limitò ad alzare le spalle “Diciamo pure che ho una certa ‘esperienza in materia’.”

    Lavi si chiese come mai quest’ultima osservazione gli avesse dato così fastidio. Cosa gliene importava a lui di cosa faceva Tyki?

    Kanda sbuffò impaziente. “Che. Allora iniziamo con queste spiegazioni o vogliamo restare qui tutto il giorno a farci i complimenti a vicenda?”

    “Ok facciamo così” disse Artemis “Vi faccio strada per arrivare alla casa del mio Maestro. Mentre camminiamo vi racconto tutto quello che so. Che ne dite?”

    “Affare fatto.”

    ********************



    “Se non ricordo male tu ti chiami Lavi, vero? Hai detto di aver letto il libro di Alice qualche tempo fa. Te lo ricordi ancora?”

    Si erano inoltrati in un bosco piuttosto fitto, ma avevano presto trovato un sentiero non molto grande che si snodava all’interno di esso. Mentre camminavano incrociarono alcune piccole radure e attraversarono il guado di un piccolo ruscello. Più volte si trovarono davanti a delle biforcazioni del sentiero, ma Artemis conosceva la strada e, con lei alla guida, non persero tempo a decidere dove svoltare.

    Una cosa però notarono tutti appena entrati nel bosco: non si sentiva alcun rumore. Gli alberi erano completamente immobili e non c’era traccia di uccelli o di altri animali.

    Lavi sorrise. “Con chi credi di parlare. Io non mi dimentico mai niente, è il mio lavoro ricordare le cose.”

    “Il libro raccontava la storia di una ragazzina di nome Alice che un giorno, mentre stava leggendo all’ombra di un albero nel suo giardino, vede improvvisamente passare un coniglio bianco, con indosso un panciotto in mano un orologio da taschino, che si lamenta di essere in tremendo ritardo. Stupita di vederlo, Alice lo insegue dentro ad una buca e viene catapultata all’interno di un mondo stranissimo, chiamato Paese delle Meraviglie. Qui fa la conoscenza di un sacco di strani personaggi, come il Cappellaio Matto, lo Stregatto, il Bruco Saggio e lo stesso Bianconiglio, che lei continua ad inseguire per tutta la storia. Alla fine arriva alla corte dei sovrani, che sono il Re e la Regina di Cuori, mentre i loro servitori sono le carte da gioco. La Regina vuole condannare Alice a morte, ma proprio prima che le taglino la testa, lei si risveglia di nuovo nel suo giardino e capisce che è stato tutto un sogno. Fine della storia.” concluse il giovane con un alzata di spalle.

    “Tzk! Che idiozia!! Che bisogno c’era di scrivere un libro sullo stupido sogno di una stupida ragazzina?” fece torvo Kanda.

    “A parte il fatto che Alice non è affatto una ‘stupida ragazzina’, come dici tu, questa è solo la versione ufficiale dei fatti. In realtà le cose sono andate un po’ diversamente.” disse Artemis. “Vedete, il fatto è che è stata proprio Alice a scrivere il libro.”

    “Ma non è possibile! Ricordo che l’autore del libro era un certo Lewis Carrol.” replicò Lavi sorpreso.

    “No, no quel tipo si è limitato a pubblicare la storia scritta da Alice con il proprio nome. Adesso vi spiego tutto.”

    “Poco tempo dopo che Alice aveva avuto il suo ‘sogno’, girovagando per il giardino scoprì per caso il buco in cui aveva inseguito il Bianconiglio. Cominciò quindi a pensare che non si fosse trattato solo di un sogno. Preparò quindi alcune cose da portare con sé e si tuffò giù per il tunnel, ritrovandosi nuovamente in questo mondo. Scoperto che quello era il passaggio che collegava il suo mondo con questo, Alice cominciò a venire sempre più spesso nel Paese delle Meraviglie. Fece amicizia con la maggior parte degli abitanti, che le mostrarono il regno e l’aiutarono a sfuggire ai soldati reali, visto che la Regina di Cuori voleva ancora la sue testa. E le cose andarono avanti così per alcuni anni.”

    Artemis proseguì il suo racconto mentre gli altri l’ascoltavano sempre più interessati.

    “Purtroppo un giorno, tornando a casa dopo una delle sue ‘gite’, trovò una brutta sorpresa ad aspettarla: la sua casa era bruciata in un incendio. La sua famiglia era viva, ma dopo quello che era successo avrebbero dovuto trasferirsi da un’altra città, lontano da lì. Solo che Alice non voleva assolutamente perdere gli amici che aveva trovato e non aveva idea se ci fosse qualche altro passaggio oltre a quello nel suo giardino.” Artemis fece una breve pausa. “Così prese una decisione: lasciò un biglietto per salutare i genitori e la sorella e tornò nel Paese delle Meraviglie decisa a non fare più ritorno nel suo mondo.”

    “Ma è assurdo!” intervenne Allen. “Ha lasciato la sua famiglia solo per poter vivere in questo qui?”

    “Bè, la sua famiglia non era poi un gran che.” disse Artemis con una smorfia. “Suo padre era perennemente al lavoro, mentre sua madre dava più importanza alla vita mondana che alle figlie. L’unica a cui Alice voleva veramente bene era la sorella maggiore. Ma quando successe tutto sua sorella se ne era andata di casa perché si era sposata e con Alice non era rimasto nessuno.”

    Sorrise leggermente. “Alice scelse di vivere insieme a degli amici che le volevano bene, piuttosto che rimanere con una famiglia che la ignorava.”

    Ci fu un attimo di silenzio nel gruppo.

    “Credo di cominciare a capire.” mormorò Allen.

    “Comunque,” riprese Artemis “prima di partire scrisse una storia in cui raccontava il suo viaggio. Alice pensò che magari leggendo quel racconto qualcun altro avrebbe potuto trovare un passaggio il Paese delle Meraviglie come aveva fatto lei. Ma a quanto pare è stato sempre considerato solo una favola per bambini, perché nessun altro è mai arrivato in questo mondo dopo di lei.” concluse scuotendo la testa.

    “Bè noi però siamo qui e tu in tutto il tuo bel parlare non ci hai ancora spiegato il perché!” saltò su Kanda all’improvviso.

    Artemis ridacchiò nervosamente. “Ah già. Ecco, vedete, questa è la parte più complicata da spiegare.”

    “Spero per la tua incolumità futura che trovi un modo per riuscirci.”

    “Sì, lo spero anch’io in effetti.”

    Artemis stava cercando un modo per iniziare la spiegazione, quando improvvisamente, dopo una curva videro in lontananza una piccola casetta circondata da una specie di foresta fatta di funghi di dimensioni gigantesche.

    “Pazzesco!” fischiò Tyki vedendola.

    “Ah, siamo arrivati. Quella è la casa del mio Maestro.” li avvisò Artemis con un sorriso. “Entriamo, sono sicura che lui sarà in grado di spiegarvi le cose meglio di me.” fece una pausa. “Anche se in questo modo io rischio la vita.”

    Lavi le mise una mano sulla spalla. “Non preoccuparti, sono sicuro che andrà tutto bene. Anche il mio Vecchio si arrabbia spesso con me, ma non è mai arrivato ad uccidermi.”

    “Tu non conosci il mio Maestro.” disse la ragazza.

    “Tu non conosci il Vecchio Panda.” replicò Lavi.

    “Dai coraggio Artemis, andiamo.” le disse Allen.

    Con un ultimo sospiro Artemis si avviò in direzione della casetta, seguita dagli altri quattro.
     
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  2. XShade-Shinra
     
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    Come già detto su EFP, adoro questa FF! ** E mi piace sempre di più ad ogni nuovo capitolo, perché si vede che i rapporti fra le due coppiette di fanno sempre più visibili! *^* (pocopocopoco, ma basta per farmi saltellare di gioia! xD)
    La storia è interessante e poi Artemis non è la solita Bloody-Mary-Sue e ciò mi fa apprezzare ancora di più questa storia! ^^

    Non vedo l'ora di leggere il 4^ Chapter!! *^*
     
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  3. artemis89
     
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    grazie tata, i tuoi commenti mi scaldano il cuore ç^ç ti luvvo un sacco *^*

    il capitolo 4 è attualmente in lavorazione, ma il caldo mi rallenta parecchio =_= farò il possibile per finirlo al più presto

     
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  4. XShade-Shinra
     
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    >///< figurati!
    E prenditi tutto il tempo che ti occorre! ^_-
     
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  5. artemis89
     
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    ecco finito il quarto capitolo. sono un po' in ritardo con la pubblicazione, ma pazienza^^

    Capitolo 4




    Arrivati davanti all’abitazione, Artemis fece un respiro profondo e aprì la porta.

    “Maestro, sono io. Sono tornata.”

    Nessun risposta.

    “È impossibile che non ci sia, non esce mai di casa” disse Artemis con lo sguardo corrucciato.

    Lei e gli altri entrarono in una piccola anticamera, completamente spoglia, fatta eccezione per un attaccapanni e un mobiletto basso con vari ripiani.

    “Per favore, toglietevi le scarpe prima di entrare.”

    I ragazzi fecero come gli era stato detto. Ne approfittarono anche per appendere le loro giacche sull’attaccapanni, perché dentro la casa facevo molto caldo. Fatto questo si diressero verso una porta colorata di verde che si trovava dall’altra parte dell’anticamera.

    “Maestro sono io. Non mi ha sentito? Ci sono delle persone che vogliono vederla.” disse Artemis aprendola di scatto.

    BAM!!

    Non appena l’ebbe fatto, venne colpita in fronte da una sveglia ticchettante proveniente dall’interno della stanza. La ragazza cadde distesa per terra, gli occhi che roteavano. Gli altri quattro la guardarono sbalorditi.

    “Certo che ti ho sentito, sono vecchio, mica sordo! Quante volte ti ho ripetuto di bussare prima di entrare?!”

    “Cominciamo bene, direi. Poteva tirarmi qualcosa di più grande” mugolò Artemis, rialzandosi a fatica.

    I ragazzi varcarono la porta con cautela, timorosi di veder volare qualche altro oggetto non identificato. Ad attenderli oltre la soglia c’era una stanza completamente diversa da qualsiasi cosa si sarebbero aspettati.

    Era un tripudio di colori: le pareti erano decorate con arazzi e stoffe di colore acceso, il pavimento era ricoperto di tappeti in stile orientale, il rosso e il blu che dominavano sugli altri colori. C’erano due piccoli armadi in un angolo della stanza, mentre su un lato una piccola porticina socchiusa lasciava intravedere uno stanzino con un tavolo pieno di alambicchi e vetreria.

    Proprio al centro della stanza, in mezzo ad un mare di cuscini, sedeva un uomo basso, completamente calvo, con due lunghissimi e sottili baffi neri che gli pendevano ai lati della bocca. Era vestito completamente di verde, con vestiti di foggia orientale e stava fumando un narghilé con aria corrucciata, un filo di fumo che gli usciva dalle labbra. Ma la cosa che più colpì i suoi ospiti furono le lunghe antenne che gli spuntavano sul capo.

    “Questa poi!” sussurrò Tyki a mezza voce, gli occhi spalancati.

    “Ad occhio e croce questo deve essere il Bruco. Wow, fuma davvero il narghilé!” fece Lavi con un largo sorrisetto.

    “Allora, ragazza, vuoi avere la decenza di dirmi chi diavolo sono questi quattro?”

    “Ha ecco Maestro loro sono quattro ‘ospiti’ provenienti dal Mondo Esterno. I loro nomi sono Yu-”

    “Non ti azzardare a chiamarmi per nome!!!”

    “-Ehm, volevo dire Kanda, Lavi, Tyki e Allen. Ragazzi questo è il mio Maestro, il Brucaliffo.”

    “Piacere” risposero in coro i quattro giovani. Bè no, in realtà, Kanda si limitò ad un ‘Che!’, ma il senso generale era quello.

    Il vecchio li osservò attentamente per alcuni istanti. I quattro cominciarono a sentirsi un po’ a disagio sotto quello sguardo penetrante. Guardarono Artemis in cerca di appoggio, ma lei sembrava ancora più tesa di loro, goccioline di sudore le scendevano ai lati del viso.

    “Bene, bene” disse infine il Bruco “e così questi sarebbero i quattro avventurieri fuggiaschi, eh? Devo dire che il loro aspetto è cambiato parecchio. Ma suppongo che il Mondo Esterno faccia questo effetto, dopotutto.”

    Tirò un lunga boccata, poi fece uscire il fumo in tanti piccoli anelli concentrici, che si dispersero nell’aria della stanza. Doveva averci mischiato qualche tipo di erba aromatica, perché l’odore del fumo non dava assolutamente fastidio, anzi sembrava profumare la stanza e creare un’atmosfera molto rilassante.

    “Prego, prendete un cuscino e sedetevi, credo che abbiamo alcuni affari di cui discutere.”

    I quattro si guardarono l’un l’altro per un momento, prima di sedersi a terra tra i cuscini.

    “È da parecchio che non ci vediamo, sono sicuro che avrete un sacco di cose da raccontarmi, vero?”

    Gli altri occupanti della stanza si irrigidirono. Allen lanciò un veloce occhiata agli altri prima di cominciare. “Ecco, noi veramente…non…non sapremo proprio da dove cominciare…” si mosse a disagio, non sapendo come spiegare tutto.

    Lo sguardo del vecchio si fece sospettoso e si diresse verso di Artemis, notando che lei guardava da un'altra parte.

    “Artemis.” disse con voce bassa. La ragazza si raddrizzò all’improvviso “Per caso, hai qualcosa da dirmi? Perché, sai, il mio consiglio è di farlo subito.”

    Lei cominciò a sudare copiosamente. “Ah, ecco, ora che ci penso, in effetti una cosa ci sarebbe.” disse con un sorrisetto tirato.

    “Sono tutto orecchie.”

    Lei cominciò esitante, guardandosi le mani mentre univa la punta delle dita “Ecco, come vedi sono riuscita a trovare le persone che cercavi.” deglutì a fatica “Però, ecco ci sarebbe un piccolo problema…”

    “Cioè?”

    “Loro non…ecco…nonricordanoassolutamentenientediquestoMondo.” disse tutto d’un fiato.

    Un lampo di irritazione passo negli occhi del vecchio. Il suo sguardo slittò verso i giovani. “È vero?”

    I quali si limitarono ad annuire leggermente, timorosi di dire una parola di troppo.

    “Mi stai dicendo, che hai portato qui quattro sconosciuti che non ricordano niente? Anzi che forse non sono neanche le persone che stavamo cercando?” la voce del Bruco sembrava provenire dritta dritta dalle parti della Siberia del Nord.

    “…”

    Un ‘sì’ a malapena udibile venne sussurrato in risposta.

    Ed in risposta a questo, la sveglia di prima finì per cozzare nuovamente e violentemente contro la testa della ragazza, provocando gli stessi effetti avuti in precedenza.

    “STUPIDA APPRENDISTA!!!! Quand’è che imparerai a far funzionare quell’insulso cervello che ti ritrovi, anziché agire senza pensare? Ti avevo detto di cercare attentamente, non ti portarmi i primi che ti capitavano a tiro!!”

    Tyki e Kanda erano rimasti paralizzati al loro posto, con Lavi e Allen che si erano nascosti dietro di loro, tremanti.

    “Ne, Allen, questa scena ha un non-so-che di familiare.” (1)

    “Già, anche a me.” (2)

    Il vecchio sospirò tentando di calmarsi.

    “Va bè, raccontatemi tutto. Dal principio.”

    ********************



    Dopo alcuni minuti di spiegazione (ed una borsa del ghiaccio per Artemis) l’atmosfera all’interno della stanza sembrava essersi fatto più calma.

    Il Bruco tirò una lunga boccata di fumo prima di ricominciare a parlare.

    “Penso che la cosa migliore sia finire di spiegarvi come stanno le cose. Forse quando avrete la situazione completamente chiara in mente, potremo trovare una qualche soluzione per questo casino.”

    Artemis intanto aveva preparato del tè e lo stava offrendo agli ospiti, ancora comodamente seduti sui morbidi cuscini.

    “Come sapete già, Alice venne a stabilirsi definitivamente nel Paese delle Meraviglie. Però aveva un grosso problema da risolvere: la Regina di Cuori era ancora infuriata con Alice per quella vecchia storia e voleva a tutti i costi catturare la ragazza per condannarla a morte. Ovviamente Alice, con l’aiuto dei suoi nuovi amici si nascose ai soldati della Regina, ma la situazione stava diventando molto pericolosa. La Regina governava il regno al posto di suo marito il Re, troppo debole di volontà per opporsi a lei, e lo faceva attraverso la paura e le minacce. Così Alice e gli altri cominciarono a pensare ad un piano per liberarsi di lei.”

    Una leggera pausa e qualche anello di fumo.

    “Poi accadde un fatto che gli fece prendere una decisione definitiva: la Duchessa del Cheshire, nonché padrona dello Stregatto, venne decapitata dalla Regina con l’accusa di nascondere Alice in casa sua. Fu l’ultima goccia: Alice e i suoi amici, con l’aiuto di alcuni sudditi stufi del dominio della Regina, assaltarono i castello e deposero i regnanti. Alice però, che non voleva altri morti, decise di non uccidere la Regina, nonostante le sue colpe, ma la mandò in esilio in un altro regno lontano da qui, chiamato Regno al di là dello Specchio, e l’affidò alla custodia della regnante del luogo, la Regina Bianca. Dopo di che in comune accordo tutti gli abitanti del Paese delle Meraviglie elessero Alice come nuova regina.”

    “Wow, incredibile quante cose sono successe che non sono scritte nel libro (3)” commentò Allen.

    “È sempre così” gli disse Lavi “la verità non viene mai scritta tutta sui libri.”

    “Ne sai forse qualcosa, Bookman?” gli chiese Tyki con un sorrisetto.

    Lavi sorrise a sua volta. “Uhm, qualcosa forse.”

    “Vogliamo smetterla e finirla una volta per tutte?!” sbottò Kanda. La storia stava andando per le lunghe ed il tè che gli aveva servito Artemis era troppo zuccherato per i suoi gusti.

    “So che dal mio discorso può sembrare che la conclusione sia un classico ‘E vissero tutti felici e contenti’, ma purtroppo le cose non stanno affatto così” riprese il Bruco.

    Un’altra boccata, un’altra fila di anelli di fumo.

    “Alice è scomparsa nel nulla. E la Regina di Cuori è tornata a reclamare il suo trono. Ed è molto più potente di prima.”

    Lo sguardo degli altri occupanti della stanza si fece attento. “In che senso ‘più potente’?” chiese Allen.

    “Forse è il caso di spiegarvi qualcosa sulla magia che governa questo regno.” disse il Bruco. “Artemis.”

    La ragazza annuì. “Vi ricordate quando vi ho detto che i vostri poteri non potevano funzionare qui?” Cenni di assenso. “Bè ecco come vi ho detto questo mondo ha una magia propria.”

    “Molti abitanti di questo regno hanno dei ‘poteri magici’. Alcuni sono cose molto semplici, come fiori che parlano o alberi che si muovono. Ma man mano che il potere aumenta, aumentano anche le capacità e la pericolosità delle, chiamiamole, ‘magie’. Fin qui ci siamo?”

    Altri cenni di assenso.

    “In questo Mondo tutto si basa sul controllo: la magia ti da il controllo su qualcosa, che viene chiamato Regno, seppure entro certi limiti. Per esempio, al livello più basso c’è il controllo sugli oggetti, la possibilità di muoverli a piacimento e cose del genere.”

    “Salendo di livello troviamo il controllo su elementi e cose incorporee: ad esempio si può muovere e modellare l’acqua, anche se non si ha la possibilità di crearla dal nulla, si deve usare quella già esistente.”

    “Arrivando al livello più alto, invece, si ha il controllo sulla realtà stessa: cioè si possono controllare e modificare le caratteristiche stesse del mondo circostante, come ad esempio lo spazio e il tempo. E anche arrivare ad influire sulle persone.”

    Quando la ragazza tacque, l’espressione sul volto degli altri era di totale meraviglia.

    “M-ma è….un potere immenso!!” disse Lavi.

    “E proprio qui sta il nostro problema.” intervenne il Bruco, che fino ad allora aveva ascoltato in silenzio. “Quando vi ho detto che la Regina era diventata molto più forte, intendevo dire che ha ottenuto un potere di livello massimo: il suo Regno è la Morte.”

    “La Morte?!” chiese Tyki “Nel senso che può uccidere chiunque a piacimento?”

    “No, non arriva a così tanto. Però può controllare ciò che è morto, compresi il corpo e gli spiriti dei defunti.”

    “Intende dire…fa-fantasmi?” fece Allen rabbrividendo.

    Il Vecchio annuì.

    “Da quando è ritornata a prendere nuovamente possesso del regno ha fatto cose atroci!” intervenne Artemis con foga. “Ha fatto uccidere metà di tutte le guardie per poter creare un esercito di non-morti ai suoi ordini. E come se non bastasse ha trovato un modo per rinchiudere lo spirito di un animale dentro il corpo di un altro, modificandone l’indole e il corpo e creando dei mostri. Sta distruggendo questo Mondo e uccidendo i suoi abitanti solo per vendetta!!”

    Dall’enfasi delle sue parole si capiva che soffriva parecchio per quello che stava succedendo.

    “E voialtri non avete fatto niente per impedirlo? L’avete già sconfitta una volta che cavolo aspettate a farlo di nuovo?!” sbottò Kanda con irritazione. Odiava le persone che si lamentavano della loro situazione e non facevano assolutamente niente per cambiarla.

    Artemis si girò di scatto verso di lui. “Credi che non ci abbiamo provato?! Credi che siamo rimasti fermi a guardare mentre distruggeva tutto quanto? Bè allora non hai capito un fico secco!! Dove credi che abbia trovato gli spiriti che tiene al suo servizio? Sai quanti di noi sono morti nel tentativo di fermarla?”

    Stringeva i pugni così forte che le nocche erano diventate bianche. La rabbia era chiaramente leggibile sul suo volto, tanto che persino Kanda si sentì per un attimo intimorito.

    “Non è stato facile batterla la prima volta, ma adesso sarà dieci volte più difficile. La Regina è diventata molto più forte di prima. E noi invece siamo diventati più deboli.”

    “Come siete diventati più deboli?” chiese Tyki.

    Questa volta fu il Bruco a rispondere. “Siamo diventati più deboli, perché i più forti di noi, coloro che avevano guidato la rivolta alcuni anni fa, adesso non sono più qui. Hanno lasciato questo Mondo.”

    “Nel senso che sono stati uccisi anche loro?”

    “No, nel senso che sono partiti per il Mondo Esterno.” Alcuni anelli di fumo si diressero verso i quattro, come a volerne incorniciare i volti. “È per questo che voi siete qua. Ho mandato Artemis a cercare quei quattro nella speranza che con il loro aiuto saremmo riusciti a fare qualcosa. Ma a quanto pare voi non siete le persone che stavamo cercando.”

    “Questo è poco, ma sicuro! Andiamo, sembriamo forse quattro personaggi appena usciti da un libro?!” chiese Allen rivolgendosi soprattutto ad Artemis.

    La ragazza arrossì leggermente. “Bè non sembrate neanche delle persone normali se è per questo!”

    Il ragazzo dai capelli bianchi stava per ribattere, ma pensandoci sopra un attimo si rese conto che la ragazza non aveva tutti i torti.

    “E poi” continuò Artemis cercando di giustificarsi. “Anche se non siete proprio uguali somigliate parecchio a quelli che stavo cercando. E l’Orologio si è anche messo a suonare.”

    A questa frase le antenne del Bruco si drizzarono all’improvviso. “L’Orologio? Ma non era fermo?”

    Artemis annuì “Infatti mi sono stupita anch’io. E ho pensato che forse voleva dire qualcosa…”

    “Ehm, se foste così gentili da spiegarcelo anche a noi…” li interruppe Lavi, ma venne ignorato.

    “Fammelo vedere un attimo.” disse il vecchio. Quando Artemis tirò fuori l’orologio da taschino e lo porse al suo maestro, egli si limitò a prenderlo in mano e a chiudere gli occhi. Stette in quella posizione per alcuni minuti, i cui nella stanza regnò un silenzio di attesa.

    Quando il Bruco riaprì gli occhi, il suo sguardo si posò immediatamente sui quattro giovani. E un accenno di sorriso si dipinse sulle sue labbra.

    “Non mi piace quel sorriso sapete? È lo stesso del Vecchio Panda.” sussurrò Lavi agli altri.

    “Intendi Bookman?! Ma non l’ho mai visto sorridere!” replicò Allen.

    “Allora sei stato fortunato. Quando il Vecchio sorride, vuol dire che qualcun altro sta per finire nei guai. In genere io.”

    Senza dar segno di averli sentiti, il Bruco si girò verso Artemis. Con un cenno del capo indicò il grande libro che la ragazza aveva appoggiato di fianco a sé.

    “Sai, forse il tuo errore non è poi stato così grosso. Credo proprio che dovremmo fare un tentativo, cosa ne dici?”

    Il volto di Artemis si illuminò. “Certamente Maestro!”

    Poi si girò verso i quattro giovani sorridendo. Un sorriso che voleva sembrare dolce e rassicurante. Ma che falliva nel suo intento.

    “A me invece quello è un sorriso che non mi piace per niente. Mi ricorda moltissimo quello di Road quando ha appena trovato una nuova bambola con cui giocare.” mormorò Tyki.

    Kanda scattò in piedi. “Oi, si può sapere cosa avete in mente voi due?!” Qualunque cosa stessero complottando, lui ne aveva già passate abbastanza per quel giorno.

    “Non preoccuparti” gli disse Artemis, aprendo il libro davanti a sé. “Vedrete che sarà divertente.”

    ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++



    (1) inserite un’immagine di Bookman con gli artigli da Panda
    (2) inserite un’immagine di Cross con un martello in mano
    (3) non ci sono scritte perché mi sono inventata tutta di sana pianta ovviamente. Lewis Carroll poteva essere un po’ fuori di testa, ma non fino a questo punto.
     
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    Whaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
    E bellissima tesora, complimentii^^
     
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  7. artemis89
     
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    grazie tata!!!

    sei troppo gentile^^
     
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    Di sicuro scrivi meglio di me
    T_T io sono una frana perchè sma me le corregge semrpe
     
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  9. artemis89
     
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    vabbè, è lo stile che conta, non gli errori che si fanno...
     
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    mmh...non so il mio stile mi piace.
    Ma facciop ancora troppi errori uffi.
     
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  11. smartis'16
     
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    ahahahahahah!!! fa troppo ridereeeeee! sono stupendi!!!!! mi piace molto *O* continua pleeeeeaaaaase!
     
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  12. Endless.
     
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    *_________*
    WAHHHHHHH!
    L'ho finita di leggere solo ora e sono rimasto ad occhi spalancati! X3
    Ma è bellissima *w*! "Alice e il Paese delle Meraviglie" era, assiem alla la "Sirenetta" e "Aladdin", " La Spada nella Roccia" e " Nightmare Before Christmas" ( ok, basta à_à'), una delle mie storie preferite *^*!
    La narrazione scorre bene e si affina a mano a mano che i capitoli si susseguono, attenta a qualche errore di battitura, tanto il resto va bene <3
    Ora mi devi levare una curiosità X3 correggimi se sbaglio, ma sento un forte influsso di due prodotti delle Clamp: "Miyuki in Wonderland" e "Miyuki in Mirrorland" ( ci ho pensato quando hai raccontato di un Regno al di là dello Specchio *-*!).
    E poi Artemis è così puccha e impacciata! *^* E' adorabile! X3 Sono sicuro che sarà di grande aiuto in questa storia à_à
    Sai la mia battuta preferita qual è stata? XD

    CITAZIONE
    “Ma si può sapere come mai sono sempre io a finire sotto agli altri?” mormorò Allen. “Eppure dovrei essere il più leggero qui. (1)”

    Wuahaha +_+ ho subito pensato male, da bravo pervertito yaoista quale sono u_u
    E ho avuto conferma che anche tu avessi elaborato quel pensiero in quella nota! X°D

    Complimenti anche per l'IC dei fantastici 4 à_à! Lavi lo sai fare meglio di me XD;mi impegnerò a prender spunto da tu, shì ùù.

    Spero che aggiornerai presto <3!
     
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  13. artemis89
     
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    così mi fai svenire dall'imbarazzo >///////////<

    GRAZIE PER TUTTI I COMPLIMENTI!!! mi fa piacere che ti piaccia^^
    spero davvero di aggiornare presto, ma mi sono un poco piantata :43.gif:

    ah per la tua curiosità, veramente non conosco quelle opere delle CLAMP...la storia è tutta opera del mio cervellino malato =_= però potrei andarmele a leggere^^

    mi fa piacere che Artemis ti piaccia: avevo paura che essendo un OC sarebbe stata sulle scatole a tutti...

     
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  14. XShade-Shinra
     
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    xD ma no kara! Dipende da come lo si fa!
    Io per esempio odio i PG OC che si appiccicano ai protagonisti per provarci con loro! v_v Se sono ragazzi chiudo un occhio, ma se sono donne mi viene l'esaurimento!!XDD
     
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  15. Endless.
     
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    Artemis OOC? o_O Nono, ha mantenuto le sue caratteristiche per tutti i 4 i cap, e poi è un po' difficile, fare OOC, visto che è un personaggio originale alla fine XD!
    Non preoccuparti se vai a rilento à_à capita anche ai migliori writers di lasciare lunghi periodi di silenzio letterario, garantito à_à'
    Fai con calma <3
     
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21 replies since 27/7/2009, 17:10   313 views
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