Incantami - Sono una foglia in balia del vento

TykiAllen, Au, Rating rosso

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  1. Margherota_la_carota
     
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    **Titolo: Incantami - Sono una foglia in balia del vento
    **Autore: Margherota
    **Rating: Rosso
    **Personaggi: Tyki Mikk, Allen Walker/ TykiAllen
    **Genere: Introspettivo, Erotico, Song fic
    **Avvertimenti: AU, Yaoi, Lemon, One shot
    **Note autrice: TykiAllen.
    Perché ogni tanto ritornano xD
    Mi è sempre piaciuto da morire il rapporto tra questi due personaggi, poiché a livello puramente personale ADORO le storie d’amore piuttosto tormentate.
    E poi, l’ammetto, Tyki è l’emblema vivente della sensualità, e con Allen raggiunge vette di Angst puro che pochi altri Pair raggiungono. Sempre per me, sia chiaro <3
    Oh, non vuole essere nulla di complicato, questa fanfiction.
    Una vaga pwp, un tentativo di fare una TykiAllen abbastanza lunga che esplicasse in un qualche modo il loro rapporto davvero assurdo xD
    E’ AU, ovvero non ci sono Noha, non ci sono Esorcisti e non ci sono Akuma. Ci sono solo Tyki e Allen davanti a un tavolo da poker – a tal proposito, mi si perdoni se non entro nel dettaglio delle regole ma io rimanga sul vago, purtroppo non sono un’esperta e ho preferito così fare piuttosto che dire cazzate ^^’
    A parte questo, spero possiate avere una lettura piacevole <3






    Incantami
    – Sono una foglia in balia del vento –






    If I had to
    I would put myself right beside you
    So let me ask
    Would you like that?
    Would you like that?

    And I don't mind
    If you say this love is the last time
    So now I'll ask
    Do you like that?
    Do you like that?
    No!(*)



    Le dita sottili si alzarono dal tavolo fino a raggiungere le labbra lentamente, prendendo con calma la sigaretta ridotta ormai a mozzicone intrappolata tra queste e portandola distrattamente al posacenere. Lasciandola lì, a morire da sola.
    Una cappa di fumo già aleggiava sopra la testa dei pochi presenti, come un cumulo di nuvole pregne di minacciosa pioggia. L’odore acre pizzicava le narici, alterando i sensi e rendendoli monchi.
    Una sola luce – posta in alto, sopra il tavolo attorno al quale tutti si erano riuniti – illuminava il tutto, l’aria tersa di grigio pesante.
    Tyki sorrise, mescolando le carte da gioco, muovendo i polsi in movimenti precisi e netti.
    Il piccolo Baro lo stava guardando, sorridendo appena a sua volta, in un’attesa paziente. Con le mani dalle dita incrociate poste sul tavolo, Allen aveva semplicemente gli occhi fissi su di lui – e pareva non intenzionato a spostare da lì lo sguardo fermo.
    Che il gioco fosse iniziato ancora prima di distribuire le carte? Probabile, il giovane Walker non perdeva mai tempo.
    Se si giocava con lui, si giocava, solitamente, assai pesante.
    Questa era una delle cose che Tyki adorava – da pazzi – del giovane Baro, che con quella faccia gentile incantava chiunque, che con l’ipocrisia degna di un giocatore esperto ti accoltellava al fianco non appena avevi abbassato la guardia. Il tutto con una maestria tipica di chi si è fatto le ossa nell’arte di mentire – nell’arte di recitare alla perfezione la propria parte.
    Sorrideva Tyki, sorrideva Allen, entrambi perfettamente inquadrati nel loro ruolo. Nel preciso intagliarsi delle regole imposte da qualche Fato particolarmente scherzoso.
    Gli altri – il resto del mondo – parevano solo suppellettili graziose col quale circondarsi. Quando si individua l’avversario, quello per cui vale la pena del gioco stesso, non ci si può occupare del resto.
    Le carte, una volta mescolate a dovere, furono distribuite a tutti i giocatori presenti.


    Something's getting in the way.
    Something's just about to break.
    I will try to find my place in the diary of Jane.
    So tell me how it should be.(*)


    Le dita sottili si alzano, muovendosi velocemente in aria, passando dai fianchi stretti al viso, prendendo a coppa il mento e attirando il capo del giovane amante verso il proprio.
    Le labbra di Tyki si schiudono in un bacio provocante, muovendosi con sensualità esperta sulla bocca di Allen e lasciando che le loro lingue si incontrino nel mezzo, lente.
    Le mani, poi, una volta assicurate le labbra le une contro le altre – e quegli occhi chiari da ragazzino sperduti completamente in pozzi di pece scura e appiccicosa – salgono ai capelli chiari, tuffandosi tra i ciuffi morbidi, accarezzando e spettinando mosse da una foga che non conosce pace.
    Seduto sulle sue gambe – il bordo sottile del tavolo che gli preme contro la schiena – Walker si sporge verso di lui, circondando il collo dell’uomo con entrambe le braccia, accarezzando il suo petto con il proprio, perché la superficie di contatto sia maggiore e non irrisoria.
    Un gemito spezza la sequela di respiri profondi quando Tyki, seducendo la pelle nascosta dai vestiti oramai troppo stretti e ingombranti, accarezza la schiena scendendo in basso – con quella velocità lemme che mozza il respiro degli intransigenti – fino a toccare con mano sicura la natica destra di Allen. E prendendola, stringendo le dita con una certa insolenza.
    Il piccola Baro gli morde il labbro, andando poi a leccare la bocca staccandosi appena da lui.
    I suoi occhi brillano, il viso dalla pelle accaldata ha le gote leggermente più rosate. Respira piano, per non far troppo rumore – anche se, attorno a loro, non c’è davvero più nessuno a sentirli, neppure quel fumo tanto opaco e puzzolente.
    Con un sorriso che sape di lussuria, Tyki scende dalla mascella a baciargli il collo, depositando tocchi fugaci di labbra alla sua base, proprio lì dove sa perfettamente quanto piaccia ad Allen.
    E infatti il giovane si tende, prendendo nel suo abbraccio le spalle del signor Mikk, stringendosi a lui con maggior foga, forse senza neanche rendersene conto.
    Sa di buono, quella pelle. Di dolce e di poco usato – di reticenza mista ad una sfacciataggine degna dei veterani vissuti mille anni, di uomo vissuto solo nella sua età adulta e intrappolato in un corpo che ancora non ha visto i suoi primi vent’anni.
    Ingannato e ingannatore.
    Tyki da’ un morso, ghignando soddisfatto come il predatore che può concedersi di giocare con la preda appena catturata. Annulla l’espressione risentita sul viso del Baro, subito, quasi fosse un torto alla sua persona – e un braccio veloce intrappola il corpo del giovane in una stretta possessiva, profumata di voglia e desiderio.


    Try to find out what makes you tick.
    As I lie down
    Sore and sick.
    Do you like that?
    Do you like that?

    There's a fine line between love and hate.
    And I don't mind.
    Just let me say that
    I like that
    I like that(*)



    Due carte in mano – il piatto al centro di tutto era oramai diventato più che consistente.
    A forza di puntate, a forza di sguardi che non volevano saperne di abbassarsi, c’era più roba nel centro nel tavolo che subito davanti ai diversi giocatori.
    Il giro stava procedendo, lento e particolarmente tormentato.
    L’uomo alla sinistra di Tyki – due posti alla destra di Allen – guardava la propria mano con una faccia che faceva trasparire ogni minima sensazione.
    Il gioco si era fatto troppo pericoloso, per lui. Con quelle due sole carte, era impossibile ambire anche alla sola idea della vittoria. Eppure, fin lì ci era arrivato, sperando in una dipartita degli avversari.
    Illuso, aveva semplicemente sprecato quanto aveva in suo possesso. Lasciò, semplicemente, facendo strisciare le proprie carte fino al centro del tavolo dopo aver bestemmiato contro Santi e Dei per ciò che non si poteva recuperare.
    Il signor Mikk sorrise, guardando dritto davanti a sé, incontrando sulla propria strada lo sguardo irriverente del giovane Baro. Sembrava divertito nel constatare che il numero dei giocatori attivi s’era ridotto a loro due – e nessun altro ad interferire, nessun altro a competere.
    Allen guardò la propria mano, muovendo appena le carte tra le dita, soppesando il valore di ogni figura lì rappresentata con estrema cautela, con quel classico sorriso che nasconde ogni emozione agli occhi indesiderati.
    Alzò poi lo sguardo, ancora una volta, fissandolo sul proprio avversario: sapeva quanto Tyki stesse aspettando un suo movimento, la sua decisione per potersi muovere a propria volta.
    Walker, alla fine, velocemente agì – puntò ancora, puntò una somma maggiore, non aveva intenzione di retrocedere di un solo passo indietro.
    Per quanto stava davanti alla sua persona, in quel mucchietto di fish colorate e dalla forma perfettamente rotonda, pareva davvero che in mano avesse una di quelle combinazioni che vincono su qualsiasi cosa, schiacciando inevitabilmente ogni ostacolo.
    Tyki sorrise, sistemandosi meglio sulla propria sedia, giusto per dare l’impressione di poter perdere tutto il tempo che voleva. Era il suo turno, e ogni sguardo – gli occhi ridenti di Allen – erano tutti per lui.
    Guardò le proprie carte – attese respirando lento perché nessun suono si potesse percepire conformandosi al suo gentile andare.
    Rilanciò, dettando il momento di vedere le carte.
    E allora bastò una semplice mossa per stabilire il vincitore e il perdente.
    Si svela, alla fine, ogni trucco bugiardo.


    Something's getting in the way.
    Something's just about to break.
    I will try to find my place in the diary of Jane.
    As I burn another page,
    As I look the other way.
    I still try to find my place in the diary of Jane.
    So tell me how it should be.(*)


    Il petto freme, abbassandosi e rialzandosi con una velocità notevole.
    Aperti i vestiti, scoperta la pelle accaldata, Allen si appoggia con i gomiti al tavolo sotto di lui, rosso in viso e appena ansante.
    Lo sguardo fiero ancora non si abbassa, così orgoglioso e così testardo da ricordare quello di un combattente che non ha proprio nulla da perdere se non la propria dignità.
    Quasi che l’amore fosse in realtà una battaglia – e non un piacere da gustare in compagnia.
    Le labbra di Tyki si posano, ripetutamente e con grazia, sulla sua pelle tesa, partendo dal collo e lasciando numerosi segni rossi lungo tutto il busto, dai pettorali al ventre piatto.
    Con una carezza della mano – dolce, con una parvenza di gentilezza a nascondere ogni sfacciato intento – l’uomo abbassa i pantaloni slacciati del ragazzo, baciandogli l’inguine bollente.
    Ansima, Allen, portando la testa all’indietro e tuffando lo sguardo nel vuoto. Una mano viene portata alla bocca, ove non si vuole escano troppi rumori molesti.
    Tutto inutile – tutto immensamente divertente.
    Tyki ghigna, iniziando a leccare piano il sesso turgido del piccolo Baro. Lento, con la calma di chi ha tanto tempo da perdere e vuole gustarsi ogni singolo istante.
    E mentre Walker trema con sempre minor controllo ad ancorargli la mente alla ragione, le labbra di Tyki si schiudono ad inglobarlo completamente. Manca poco che si mettesse ad urlare – sorpresa o piacere, poco importa il motivo di tale atto.
    I muscoli del ragazzo si tendono incredibilmente mentre tutti i nervi registrano un piacere sempre crescente, impazziti o quasi.
    Sente le dita del signor Mikk massaggiargli i testicoli – due di loro entrare poco aggraziate dentro il suo corpo e spingersi fino in fondo, fino a che la lunghezza lo permetteva – e si morde la mano, gli occhi annacquati che vagavano in ogni dove senza trovare pace.
    Gli sfugge un sospiro dalle labbra sottili, però, quando Tyki si alza prendendo tra le proprie mani i suoi fianchi sottili. Un sospiro quasi di sollievo.
    Tyki ghigna, avvicinando il proprio bacino al suo, chiamandolo dolcemente come si fa con i mocciosi.
    -Piccolo baro…-
    Lo bacia, senza pensarci due volte, con notevole veemenza.
    Sa di buono la bocca di Allen, esattamente come la sua pelle lattea. Quel buono dal retrogusto amaro. Tyki adora quel genere di cose – ricordano incredibilmente la falsità con cui incurva ogni sorriso sul proprio viso.
    Il Baro risponde, aggrappandosi con forza alle sue spalle, artigliando con le proprie unghie la pelle della schiena.
    Penetra nel suo corpo, centimetro dopo centimetro, sentendosi piacevolmente avvolgere dalla carne del proprio amante – quale sensazione magnifica.
    E più entra più gli occhi di Allen si spalancano, ricordando improvvisamente la sensazione di essere preso da un uomo.

    Cominciano le spinte, cominciano lente per non finire in egual modo.
    Bocca contro bocca, ogni ansimo fuorviante viene inglobato e racchiuso nelle loro bocce – lì è il suo posto, non volteggiare furtivo e sentito da orecchie che vogliono ignorare.
    I gemiti diventano alti, annullando ogni pensiero. L’odore di sesso e di voglia copre ogni cosa.
    Persino quella stanza – e il vago ricordo del gioco delle carte ora sono sparse in ogni dove sul tavolo – diviene come una nuvola dopo la tempesta: semplice nulla.


    Desperate, I will crawl
    Waiting for so long
    No love, there is no love.
    Die for anyone
    What have I become?(*)



    Volteggiare leggiadri come delle foglie al vento, in Autunno.
    Ballare su false apparenze, su timide verità fugaci.
    Apparire, per non essere costretti a mostrare il proprio essere debitamente celato.
    Quale piacevole inganno – essere tutto ciò che si vuole, nero come il nulla e bianco come la neve innocente.
    Imbellettarsi con un sorriso gentile che rende sterili tutte le altre emozioni, cedere volentieri alla lusinga e rifiutare ogni offerta lasciandosi il pregiudizio del dubbio.
    Ci vuole coraggio a non ancorarsi a qualcosa di sicuro, traballando su un filo sospeso nel vuoto come l’equilibrista novello di un circo.
    Ci vuole coraggio, oppure pazzia – quel tanto di ipocrisia che allontana ogni futile legame.
    La sensazione di essere leggero come una nuvola è fin troppo appagante, una droga infima che si insinua nelle vene e ti rende completamente succube.
    Niente allora pare avere più importanza.
    Ma ecco che quando la realtà ti palesa – nuda e cruda – davanti agli occhi, puntandoti il dito contro e tornando a piegare il tuo capo ai suoi capricci, non si può far altro che scalciare con energia e chiedere con umiltà la propria parte negata.
    La pazzia è faticosa – e ogni uomo, alla lunga, si stanca.

    In due braccia forti si riconosce ogni verità a lungo dimenticata.
    In due occhi chiari una parvenza di veridicità.
    Un appiglio da adocchiare solo ogni tanto – giusto per non dover cedere alcuna parte di orgoglio accuratamente nutrito.
    Sempre, basterà alzare lo sguardo e trovare un ghigno capace di deriderti e di amarti allo stesso tempo per capire che tutto va bene, tutto può continuare come sempre.
    In un incanto dorato che sa di tabacco e di sala da gioco.







    (*)“Diary of Jane”, Testo e canzone de “Breaking Benjamin”
     
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0 replies since 22/3/2010, 17:28   137 views
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