Amore malato...

Ti odio.
Ti detesto.
Ti desidero.
Ti guardo, nudo sul letto, incosciente; sul corpo i segni del mio amore malato, del mio odio folle.
Ti guardo, e ti voglio, ancora.
Per questo ti odio. Riesci a confondere la mia mente, ma non lo farai più. Ti sveglio con un bacio rabbioso, mordendoti il labbro inferiore con furia, e sorpreso, provi a calciarmi via. Sfortunatamente, non hai mai fatto sport, e i tuoi muscoli non sono allenati quanto i miei. Ti afferro la gamba appena in tempo, e tenendoti per un fianco, con la lingua seguo il profilo della tua gamba pallida, sollevata in modo innaturale. Deve fare male.Lascio una scia lucida sulla tua pelle perfetta. Mordo la tenera pelle dietro al ginocchio. Urli. Lascio due mezzelune di sangue, che lecco velocemente. Il sapore di ferro si diffonde nelle mia mente, la confonde, la eccita. Mi guardi con disprezzo, non proferisci parola, perchè in fondo sai che non puoi fermare la mia follia. Sorrido. Anzi, ghigno. Affondo due dita nel tuo corpo, e gridi. Già, ti ho posseduto con furia, prima, vero? Ti fa ancora male, e la mia intrusione ha causato una fitta di dolore. Ti guardo, il corpo scosso dai tremiti, gli ochhi socchiusi, le lunghe ciglia ornate dalle lacrime, che testarde, non hanno intenzione di scendere a rigare quel volto perfetto, quasi fosse un'affronto verso quell'angelo dai capelli neri, quell'angelo che ha portato morti e una falsa guerra in nome della libertà, quell'angelo di nome Zero. Già, tu non sei più Lelouche, tu sei quella maschera che ha ucciso la mia Euphy. Ma Dio, quanto sei eccitante. Anche in questa situazione, gli occhi gonfi, il corpo sudato, riesci ad eccitarmi coì.
Ti tappo la bocca con la mia, giocando con quella maledetta lingua che ha dato a Euphy l'ordine che le avrebbe distrutto la vita. Al pensiero, fremo di rabbia. Mordo quella lingua che tanto mi ha fatto soffrire, e il tuo sangue è di nuovo mio.Lo assaporo, come se fosse il più pregiato dei vini, e come l'alcool, mi Mi ritiro velocemente, e ti giro sulla pancia. Ti sollevo i fianchi e infilo una mano fra le tue gambe. Afferro il tuo membro con brutalità, e poi comincio gentilmente a distruggerti.
Il dolore viene sovrapposto al piacere, e come una cagna in calore, ti avvicini all'orgasmo. Mi blocco di colpo, e quasi svieni. Ti sollevo i fianchi, li avvicino a me, ed è una attimo. Il tuo corpo arde di lussuria intorno a me. Inarco la schiena, arrivo fino in fondo, e poi esco, lasciandoti senza fiato. Dentro, fuori, non ho più la cognizione del tempo. Il tuo calore mi soffoca. Urli il mio nome, mentre veniamo insieme, e nella tua voce, sento qualcos'altro oltre al desiderio: amore?! Comincio a ridere come un ossesso, e mi perdo nella follia del nostro amore malato.